Nursind: “Schiaffo agli infermieri: niente indennità covid”

16 maggio 2020 | 12:26
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Nursind: “Schiaffo agli infermieri: niente indennità covid”

Pasquinelli: “L’Asl Toscana nord ovest non ha rispettato gli accordi presi”

E’ scontro a Lucca per il mancato indennizzo agli infermieri per l’emergenza covid19. A segnalarlo è il sindacato Nursind con Roberto Pasquinelli che passa all’attacco: “Non è trascorsa neanche una settimana, dal 12 maggio, giornata internazionale dell’infermiere, dove tutta la collettività riconosce il nostro ruolo e competenze e ci ringrazia per il lavoro svolto con dedizione e professionalità anche durante questa emergenza pandemica, che la nostra Asl Toscana nord ovest, si permette di non rispettare gli accordi sottoscritti per concedere almeno quelle indennità pattuite all’inizio dell’emergenza covid, piccolo segno di riconoscimento dell’immenso sacrificio svolto dalla categoria e da tutto il personale sanitario”.

“Questo – sostiene Nursind – è veramente un gesto poco rispettoso per chi ha lavorato e continua a lavorare per la tutela della salute di tutta la collettività. Chiediamo pubblicamente che ciò sia rettificato immediatamente, con i dovuti correttivi e non il prossimo mese. Eroi, certo eroi, le aziende però si dimenticano subito degli eroi. Ancora una volta l’azienda non rispetta gli accordi sindacali. L’accordo che la Asl Nord Ovest aveva siglato con i sindacati nel quale, a fronte della disponibilità degli infermieri a coprire turni aggiuntivi per l’emergenza, si garantivano compensi adeguati per il personale che sarebbe stato costretto a rientrare dai riposi nei reparti covid in aggiunta al proprio orario istituzionale”.

“Compreso – si aggiunge – il personale infermieristico che si impegnava ad effettuare i tamponi e l’assistenza a domicilio, come ad esempio la nuova attività specialistica Usca. Personale che si è visto togliere le ferie e i riposi e che tutt’ora continua ad effettuare il proprio lavoro per individuare in tempi brevi i contagi. Quegli eroi che questo mese avrebbero dovuto vedere in busta paga la giusta retribuzione per tanto sacrificio e che invece l’azienda attraverso una squallida mail informa che tale compenso tarderà ad arrivare per motivi legati alla disorganizzazione delle strutture amministrative. Ma se i sanitari si sono dovuti organizzare e tutt’ora si riorganizzano conciliando la loro vita personale, familiare e professionale per il bene della salute pubblica è possibile che una mastodontica azienda con personale dirigenziale e gestionale non riesca a dare il dovuto a chi ha lavorato in emergenza? Quale altra sorpresa si dovranno aspettare questi eroi, a voi ardua sentenza”.