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“Poche mascherine al personale di ospedali e strutture sanitarie”, scatta l’esposto alla procura

18 marzo 2020 | 10:06
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“Poche mascherine al personale di ospedali e strutture sanitarie”, scatta l’esposto alla procura

L’azione di Usb: “Decine e decine di segnalazioni, gli inquirenti valutino se non ci sono responsabilità penali”

Mancanza o carenza di dispositivi per la sicurezza personale per prevenire il contagio da Covid19 in ospedali e strutture sanitarie: scatta anche a Lucca l’esposto alla procura. A firmarlo è Usb, unione sindacale di base, dopo aver raccolto tante segnalazioni preoccupate da parte di operatori sanitari.

Nell’esposto “viene chiesto di appurare se sussistano responsabilità penali riguardo alla carenza di dispositivi individuali di protezione, nelle strutture sanitarie regionali. Sono infatti molteplici le segnalazioni di dispositivi, quali mascherine ffp2 e ffp3, camici monouso impermeabili e occhiali, carenti se non addirittura mancanti, anche fra i medici, gli infermieri e gli oss impegnati nei reparti di terapia intensiva e negli ospedali dedicati esclusivamente all’emergenza Covid-192.

“Infinite poi, sono le segnalazioni di mancanza anche delle semplici mascherine chirurgiche – sostiene Usb – e dell’uso ripetuto che ne viene fatto, anche per più turni lavorativi, nonostante sul sito web del ministero della salute sia ben specificato che devono essere sostituite quando umide”.

Ma non finisce qui, secondo Usb:

Fuori da ogni logica appaiono infine, alla luce del diffondersi e della portata dell’epidemia, di fronte all’evidenza che gli asintomatici rappresentano la maggioranza, disposizioni di servizio e linee guida delle varie AslToscane, che non prevedono alcun tipo di protezione per alcune categorie professionali che, pur non essendo “in prima linea” nella lotta al virus, sono comunque a stretto contatto con l’utenza.

“È inaccettabile quindi – si prosegue – che il personale sia costretto a operare in condizioni che non rispettano gli standard di sicurezza e Usb ritiene che questo, a fronte della tempistica di diffusione del virus, a partire dai primi casi in Lombardia, costituisca una gravissima mancanza di organizzazione, gestione e previsione del rischio, foriera di conseguenze potenzialmente drammatiche, in termini di salute e sanità pubblica nonché di possibile esposizione a contagio per interi servizi, per i sanitari che vi lavorano, le loro famiglie, il personale dei servizi appaltati, gli utenti, e, in generale e a cascata, per la popolazione locale, conseguenze che si stanno manifestando con evidenza, in questi ultimi giorni, con positività diffuse del personale sanitario al Covid 19″.

“E non può ritenersi una giustificazione la difficoltà di approvvigionamento di tali dispositivi, perché se da una parte ben si comprende l’emergenza sanitaria in atto – si legge ancora in una nota -, è proprio per questo che la soglia di attenzione e di “offerta di sicurezza” deve essere ancor più elevata, ed è proprio a fronte di un’emergenza di tale portata che l’operato delle Asl  toscane doveva essere il più rigoroso possibile, nulla lasciando al caso e, soprattutto, doveva far sì che il proprio personale, in primis quello impegnato direttamente al contrasto dell’epidemia, ma anche quello, per così dire, non in prima linea nella lotta al virus, fosse comunque tutelato con le condizioni di sicurezza e salute che ci si deve necessariamente attendere dalla propria parte datoriale”.