Annullata senza rinvio ieri (18 giugno) dalla Corte di Cassazione, prima sezione penale, collegio 1, presidente Santalucia e relatore Magi, ha cassato senza rinvio la sentenza della corte di appello di Firenze del gennaio 2018 che aveva condannato Pietro Raffaelli ed i suoi familiari e sottoposto tutti i loro beni a sequestro finalizzato alla confisca, in applicazione dell’articolo 12 quinques legge 356/92 e articolo 31 legge 646/82, in relazione alla ritenuta sussistenza in capo a Raffaelli della partecipazione ad associazione mafiosa e riciclaggio.
“I primi segnali concreti di trovarci in presenza di una svolta – spiega Raffaelli – si sono avuti, quando nel gennaio di quest’anno il tribunale di Bari ha mandato assolti Corbelli più altri dalle imputazioni di associazione mafiosa, riciclaggio, contrabbando eccetera, diventata, poi, definitiva il 07 giugno scorso. Se la mia accusa e presunta condanna era basata sull’aver collaborato e favorito le varie attività del Corbelli, al momento in cui lo stesso è stato assolto con sentenza definitiva (dopo 15 anni), in primo grado dal tribunale di Bari, io con chi mi sarei associato? E via di questo passo… Ieri la Cassazione nel dispositivo reso noto ha cassato senza rinvio la citata sentenza della corte di appello di Firenze, ha annullato tutti i provvedimenti di confisca ed ha intimato immediata restituzione di quanto oggetto di sequestro”.
Raffaelli ora annuncia azioni per il risarcimento del danno che avrebbe patito. “Gli effetti positivi di questa sentenza – commenta – si riverseranno positivamente anche sull’utilizzo delle forze dell’ordine che soprattutto a Camporgiano, ma non solo, potranno essere più proficuamente destinate al controllo del territorio senza l’obbligo della presenza ingombrante dei mafiosi. Tutti, comunque, devono essere contenti perché se sul territorio interessato non vi sono mai state infiltrazioni mafiose, magari ci saranno meno medaglie, meno encomi, meno promozioni però staremo tutti meglio e più tranquilli. Un ringraziamento particolare va ai professori D’Ascola e Padovani che con grande misura, impegno lucidità e professionalità mi hanno assistito e consigliato in questo duro, durissimo periodo. Mi hanno insegnato che ogni nostra azione senza scorciatoie, deve essere improntata alla ricerca della verità e della giustizia e, che prima o poi questi sentimenti prevarranno su tutto. Nessuna vendetta, solo giustizia”.