Micchi (River Pieve): ‘Promozione dedicata a Fanani’

7 maggio 2019 | 16:36
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Micchi (River Pieve): ‘Promozione dedicata a Fanani’

C’è tutta la sua storia calcistica di Edoardo Micchi, quella agli albori, quella di quando si muovono i primi passi. I maestri di ieri, Antonio Nelli l’attuale direttore sportivo e il compianto Roberto Fanani. Ripercorri la vittoria della River Pieve e tutto riaffiora, i valori della vita possono andare a pari passo con quelli dello sport. 

Prima di tutto, eravate partiti per?
“L’obbiettivo era quello di arrivare almeno ai playoff. Lo scorso anno la River si era salvata ai playout e la squadra è stata rinnovata”.

A fine luglio, Davini abbandona e lei subentra.
“E qui ci sono stati problemi. La squadra era stata costruita per un 4-3-3 mentre io prediligo giocare con un 3-5-2. E chiaramente siamo dovuti intervenire. È arrivato Angeli giocatore che aveva militato a Lucca in Serie C e aveva giocato a Ghivizzano, un classe 1978 che lo scorso anno giocava a Ponte a Moriano, il quale era in grado di fare il terzo a sinistra in difesa, è arrivato Vitelli che era a Marginone. Avevamo un solo portiere, Micchi classe 74 e con il direttore sportivo Antonio Nelli abbiamo deciso di avere due portieri dello stesso livello”.

Oltre ai giocatori adatti, occorre avere anche il tempo per assemblare un nuovo sistema
“Infatti siamo partiti con il freno a mano, tanti in questo modulo non avevano mai giocato, la squadra era nuova, bisognava entrare nel meccanismo. Le migliori risposte arrivavano dagli allenamenti, venivano belli, nessuno si lamentava, tutti davano il massimo”.

Il suo arrivo sulla panchina della River è dovuto a Antonio Nelli.
“Mi aveva allenato 23 anni fa alla Pieve a Fosciana e da qui ci fu il passaggio a Castelnuovo da dove iniziai la carriera”. 

Lei è sceso dall’Eccellenza alla Prima Categoria come allenatore, non è un declassamento?
“L’ultimo anno da giocatore l’ho vissuto alla River in Seconda Categoria. Devo conciliare anche gli impegni di lavoro, lavoro a Avenza e esco dal lavoro alle 17,30”.

Il punto del non ritorno in stagione? 
“La sconfitta a Serricciolo, dove abbiamo perso immeritatamente, abbiamo sbagliato un rigore e sul capovolgimento di fronte abbiamo incassato il gol partita. Nello spogliatoio ho detto alla squadra di rimanere tranquilla. Dopo 11 gare avevamo 14 punti con nove lunghezze di ritardo da loro. Avevamo toccato il fondo”.

Da qui siete riemersi.
“Quattro vittorie consecutive, un pareggio e altre 8 vittorie consecutive. Siamo andati a più 5 vincendo lo scontro diretto. Nella fase di mercato, 2 giocatori se ne sono andati e li abbiamo rimpiazzati con Vignale, ex giocatore del Rosignano, e con la grande intuizione del nuovo direttore Antonio Nelli, che ha puntato su Alberto Francesconi”.

Scelta azzardata?
“Quando devo scegliere un giocatore punto prima di tutto sulle persone che devono dimostrarsi uomini. In attacco non c’era la necessità di grossi interventi con Di Salvatore che aveva vinto il campionato a Vorno e con Haoudi che arrivava dall’Intercomunale Monsummano. Occorreva trovare un attaccante che non aveva pretese di giocare, capace di entrare a gara in corso per dare respiro a una delle due punte. Alla soglia dei 50 anni, il fiuto del gol non è cambiato. Giocava negli amatori, Alberto è stato gettato nella mischia ad un quarto d’ora dal termine con lo Staffoli e ha realizzato il gol partita, anche a Gorgigliano è stata sua la zampata vincente”. 

L’uomo simbolo del successo finale?
“Il gruppo, abbiamo avuto la fortuna di non avere grossi infortuni. Questo grazie anche al lavoro del nostro fisioterapista Andrea Gionnotti. Una figura che in questa società non c’era mai stata. Siamo stati una rosa corta solo 19 elementi senza poter attingere da una squadra juniores”.

È filato tutto liscio.
“Ma questa cosa l’abbiamo pagata in Coppa, abbiamo perso la semifinale a Manciano per 2-1 dopo essere passati in vantaggio, in panchina avevo solo Francesconi”. 

Il tecnico al quale si è ispirato?
“Ho avuto allenatori molto preparati, ma ho cercato di prendere i suggerimenti che dava Indiani quando giocavamo con la difesa a 3 e di Favarin, il suo 3-5-2 nel quale gli esterni Cipolli e Rossi diventavo due punte aggiunte”.

La dedica speciale è arrivata per Roberto Fanani.
“Un grande amico, una persona splendida, un uomo di calcio. Avevo 37 anni giocavo nella Carrarese e segnai 9 gol, tornai a Castelnuovo in Promozione. Lui allenava la River in Seconda c’eravamo detti che avrei concluso con lui la carriera. È morto a febbraio 2015, la promessa che gli avevo fatto l’ho mantenuta. Se sono qui tra virgolette è colpa sua. Siamo la prima squadra della garfagnana che ha vinto un campionato di Prima Categoria, perché il Castelnuovo andò in Promozione dopo aver vinto gli spareggi”.

Tutto questo in una società giovane.
“Fondata nel 2005, che va avanti con la Sagra della Bistecca che si svolge nei fine settimana di agosto che attira molte persone dalla Toscana. L’ideatore è stato il presidente Pioli, un uomo dalla passione smisurata per il calcio. Ora il testimone è passato al figlio che quando io giocavo alla Pieve era uno di quei ragazzini che con il tamburo veniva ad incitarci. Ora sarà un bel salto, è bene che la società si dia una struttura adeguata, è un calcio semi-vero”.

Il merito del successo da condividere con?
“Un ringraziamento va alla società al mio collaboratore Mirko Cipollini, al preparatore dei portieri Fasano, ai ragazzi”

Da ex bomber, c’è un gol della stagione al quale ha fatto riaffiorare nella memoria uno da lei segnato?
“No, di gol pregevoli ne abbiamo segnati tanti, ma sono più affezionato a quello di domenica scorsa: cross da destra di Giannotti classe 98 e gol di Maggi classe 97 che arriva da sinistra, ho dovuto attendere il 5 maggio per vederlo”.

E per il futuro cosa dobbiamo aspettarci?
“Ora sono stanco. Tutti i giorni devo stare in macchina un ora e 10 per andare da Carrara a Castelnuovo. Faccio con calma le mie valutazioni, anche se la passione è sempre quella”. Quella che ha condiviso con Nelli e Fanani, persone, uomini, amici. I suoi principi.

Andrea Signorini