
Polemica in consiglio comunale fra il sindaco Rino Simonetti e il consigliere Simone Simonini. L’esponente leghista stigmatizza quando accaduto nella seduta di venerdì.
“Sono stato attaccato pesantemente dal sindaco Simonetti – dice Simonini – durante il punto finale sulle comunicazioni, in cui il sindaco si è prodigato producendo a livello cartaceo una serie di dichiarazioni rilasciate da Simonini a mezzo stampa dal 2015. Un monologo senza diritto di replica con parole offensive del tipo “attacchi vigliacchi verso l’amministrazione ” e dichiarando apertamente che con il consigliere Simonini non si sarebbe più confuso”.
Sui punti all’ordine del giorno, Simonini contesta alcuni passaggi: “La convocazione del Consiglio non è arrivata perché finita in spam e gli atti non sono mai arrivati nella sua completezza. Per questo abbiamo deciso di non votare l’approvazione del bilancio consolidato relativo all’anno 2017”.
Poi Simonini entra nel dettaglio sugli attacchi ricevuti dal sindaco che, nel suo intervento, ha prima ricordato la storia politica di Simonini, eletto nelle fila della maggioranza e poi iscrittosi alla Lega nel 2015. Quindi ha rilevato alcune contraddizioni nel comportamento di Simonini prima dell’affondo sulla polemica intorno al giornalino La Pania. Il sindaco ha accusato Simonetti di ‘vigliaccheria’ perché a conoscenza dei problemi di salute di un membro importante della commissione. Dopo di che il sindaco ha chiuso il Consiglio.
“Ricordo – è la replica di Simonini – che prima di formare il gruppo civico, ne parlai proprio con il sindaco nella sua casa di Barga. Mi consigliò di andare per conto mio visto la mia iscrizione alla Lega, così da toglierlo da eventuali impicci con il Colle. Garantendomi inoltre il mantenimento delle deleghe (da me poi riconsegnate), e la più ampia collaborazione. La mia tessera politica l’ho fatta al movimento più idoneo al mio pensiero nel 2015, quando il Pd (suo partito) era al 41 per cento, quindi non credo che debba dargli spiegazioni. Il sindaco dice bene sul fatto che sono sempre stato aperto alla collaborazione, perfino quando mi hanno escluso per motivi politici dalla commissione elettorale, votando favorevolmente in Consiglio i punti importanti e condivisibili. Ricordo però a Simonetti che in molte occasioni ho abbandonato l’aula per la mancanza degli atti relativi al Consiglio, una in particolare 30 dicembre 2015, alla presenza di un consigliere regionale della Lega. Insomma un contraddittorio nel contraddittorio”. “È vero che il sindaco – prosegue Simonini – aveva creato e promosso situazioni ideali in passato per i giovani. Il mio intervento però si riferisce ad oggi e non a molti anni fa, bene ha fatto il sindaco in passato a promuovere iniziative, ma questo non giustifica il fatto che non si debba farlo oggi, e che oggi i giovani debbano pagare per avere una stanza, così come il consigliere Simonini per incontrare la popolazione in veste del ruolo istituzionale nel Comune. Personalmente aggiungo che la critica è un dato di fatto, le persone si stavano chiedendo del perché non arrivasse il giornalino, soprattutto fuori dal capoluogo, dando colpe anche al servizio postale. Sarebbe bastata una semplice comunicazione, ma forse troppo complicato. Ci tengo a chiarire che la mia non vuole essere assolutamente un accusa verso chi momentaneamente ha dei problemi di salute, anzi gli auguro una pronta guarigione, soprattutto per stima e amicizia. Nemmeno critico i membri della redazione esterni, che danno un contributo importante e credo decisivo per la realizzazione del periodico. Aggiungo che solo uno sciocco può pensare questo, insomma un caso montato sulla persona e non sul problema, aggirando il dato di fatto, che andrebbe affrontato ed eventualmente superato nei momenti di bisogno”.
“Mi sarei aspettato una normale critica – conclude Simonini – anche politica, con toni accesi ma non offensivi (visto il rispetto dei ruoli istituzionali), ma soprattutto con diritto di replica (come sempre accaduto), mentre il sindaco ha preferito non ascoltare, dichiarando con le ultime sue parole, il Consiglio chiuso. Sono sempre più convinto che un lavoro oculato di critica (aggiungo segnalata dalla popolazione) faccia bene a tutti, però mi sono accorto che questo a Molazzana non è possibile. Vuoi le ultime 9 interrogazioni presentate all’amministrazione, vuoi gli articoli prodotti su fatti documentati. A Molazzana non si può far critica, come non si possono ricevere gli atti che si andranno a votare in Consiglio. Sarà quindi, con queste dichiarazioni di sfogo e chiarimento, mia premura valutare con il mio vicesegretario di partito nonché avvocato (dopo l’acquisizione del verbale del segretario comunale), l’eventuale produzione di esposti, dalla prefettura, alla procura della Repubblica passando per la magistratura. Le mie contestazioni quasi tutte messe a protocollo, sono a titolo amministrativo e politico, quelle del primo cittadino a titolo offensivo e personale. Da oggi posso escludere ogni forma di collaborazione, entrando nel vivo delle contestazioni e richieste. Resto in attesa di pronte scuse ufficiali da parte del sindaco, fuori di sé in una serata di normale di consiglio comunale”.