Crisi Unicoop Tirreno, in Valle scatta lo sciopero

Unicoop Tirreno in Valle del Serchio: scatta lo sciopero. “Il piano industriale della cooperativa si pone come principale obiettivo quello di ridurre il salario, peggiorare le condizioni di lavoro e abbandonare parte dei lavoratori”, dichiarano i sindacati: i punti vendita interessati, in provincia di Lucca, sono quelli di Pieve Fosciana e Fornoli, per un totale di circa trenta dipendenti.
Lo sciopero è fissato per il 26 settembre: “L’azienda sa predicare come unica via d’uscita dalle paludi – sostengono Massimiliano Bindocci e Giovanni Sgrò della Uiltucs Uil Versilia -, dove si è infilata con anni di pessima gestione e di investimenti sbagliati, solo il verbo del taglio del costo del lavoro e nei negozi pratica in modo spinto il precariato, le logiche divisive, gli atteggiamenti arroganti allontanando di fatto i lavoratori dal sindacato e facendo di tutto per rendere le logiche del personale individuali e mai collettive. A questo si aggiunge una gestione della crisi con cui ha dichiarato all’incontro del 5 settembre di voler uscire facendo pagare il conto a chi lavora. Nei punti vendita riusciamo a fare solo qualche incontro, ma raramente agli impegni seguono i fatti. Adesso l’azienda propone di tagliare tutte le conquiste della contrattazione integrativa, facendo pagare ancora a chi lavora la cattiva gestione. La risposta è no, e immediata è stata la dichiarazione di stato di agitazione, adesso è stato dichiarato sciopero per il 26 settembre. Temiamo pressioni anomale, ma le denunceremo. I lavoratori Coop del Tirreno in alcuni casi hanno addirittura paura, e pensare che una volta questa Coop si chiamava ‘la proletaria’. il 26 settembre è uno sciopero importante dall’esito dipenderà come sarà affrontata la crisi di Unicoop se la affronteremo in modo condiviso o su scelta aziendale facendo pagare il conto – come spesso accade – a chi lavora. Dunque invitiamo la clientela a essere solidale e comprendere i disagi, già nei prossimi giorni inizieranno le assemblee”.
Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs hanno così proclamato lo sciopero, dichiarando la “propria indisponibilità a condividere il disconoscimento e la disapplicazione della contrattazione integrativa vigente, comprensiva l’accordo del 9 maggio 2017 che ha alla base un patto tra le parti di salvaguardia occupazionale. Qualora l’impresa avesse la necessità di rivedere gli accordi esistenti la disponibilità al confronto, che le organizzazioni sindacali non hanno mai negato – si spiega in una nota -, non potrà che poggiare sulla salvaguardia del perimetro occupazionale e la piena applicazione degli accordi in essere, fino al nuovo accordo. Stante le dichiarazioni che l’impresa ha fatto nel citato incontro e che in questi giorni ha diffuso tra i lavoratori, è palese che la dirigenza di Unicoop Tirreno intende invece intervenire duramente sia sul perimetro occupazionale che contrattuale. La conseguenza è inaccettabile, sarebbero ancora una volta i lavoratori a pagare il prezzo di una crisi di cui non hanno responsabilità. Il piano industriale della cooperativa si pone quindi quale principale obiettivo quello di ridurre il salario, peggiorare le condizioni di lavoro e abbandonare parte dei lavoratori, una prospettiva inaccettabile”.