Muore per le esalazioni da monossido di carbonio, l’amico è gravissimo

15 gennaio 2018 | 12:29
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Muore per le esalazioni da monossido di carbonio, l’amico è gravissimo
Muore per le esalazioni da monossido di carbonio, l’amico è gravissimo
Muore per le esalazioni da monossido di carbonio, l’amico è gravissimo

Per Marco Alderighi, 40 anni, di Empoli, si è capito subito che non c’era più nulla da fare. Era riverso sulle scale, già cadavere, quando il maresciallo dei carabinieri di Castiglione Garfagnana e i militari della locale stazione sono entrati in quella casa di Ca’ della Palma dove fra il tardo pomeriggio di ieri e la giornata di oggi si è consumata la tragedia.

Sarà l’esame del cadavere a togliere ogni dubbio sulle cause della morte di Marco e su cosa ha ridotto in fin di vita l’amico Michele Di Giovanni, 43 anni, che era con lui in quell’abitazione. Con tutta probabilita una stufa malfunzionante che ha saturato gli ambienti di monossido di carbonio e che ha provocato il dramma.
L’allarme è scattato questa mattina (15 gennaio) dopo una nottata insonne per i familiari dei due. Sarebbero dovuti rientrare, infatti, ieri sera, dopo un weekend in quella casa di montagna, in mezzo alla neve in via di scioglimento dopo il maltempo delle ultime settimane. Inutili i tentativi di contattare i due a San Pellegrino in Alpe, frazione di Castiglione Garfagnana. E stamane, inevitabile, è scattata la chiamata ai carabinieri per lanciare l’allarme. Dal comando alla stazione di Castiglione arriva l’informazione che non si hanno notizie di Michele e Marco e subito la pattuglia parte per capire cosa è successo. Arrivati all’abitazione i militari, poi raggiunti dal nucleo mobile di Castelnuovo, capiscono subito che c’è qualcosa che non va. Trovano una porta aperta, entrano e vedono che il dramma si è consumato. Sulle scale c’è il cadavere di Marco, forse impegnato nell’ultimo tentativo di trovare una via di fuga, una volta accortosi di quello che stava accadendo. Dal piano di sopra, invece, arrivano dei rumori. Sul letto c’è Michele, cianotico, in gravi condizioni, ma ancora vivo. Con lui c’è anche un cane, anche lui cadavere.
La priorità è quella di salvare almeno una vita. Immediata la chiamata al 118 che invia sul posto ambulanza medicalizzata di Castelnuovo Garfagnana e un’ambulanza di Borgo a Mozzano e allerta l’elicottero Pegaso. Capita l’urgenza dell’intervento Michele viene prima stabilizzato sul posto, quindi trasportato, dopo essere stato sollevato con il verricello, con l’elisoccorso a Pieve Fosciana e di lì all’ospedale Cisanello di Pisa dove viene ricoverato in prognosi riservata e in gravi condizioni. L’uomo è stato sottoposto al trattamento in camera iperbarica per poi essere ricoverato in rianimazione.
Sul posto arrivano anche i vigili del fuoco della stazione di Castelnuovo. A loro toccano i controlli ambientali per capire cosa possa aver provocato il dramma. Ci sono, si capisce, tracce di monossido di carbonio, il primo imputato come il killer in quell’alloggio in Alta Garfagnana. Sempre i vigili del fuoco hanno compiuto tutte le operazioni propedeutiche al sequestro dei locali e degli impianti di riscaldamento, che sono alimentati a gpl. Un primo esame esterno della salma è stato invece affidato al medico legale Franco Chierici, immediatamente incaricato dal pm di turno, cui sono affidate le indagini per capire se c’è qualche responsabilità, e non solo un tragico caso, nella morte di Marco e nelle gravi condizioni di Michele. Servirà, però, qualcosa anche l’esame tossicologico per fugare ogni dubbio sul tragico episodio che ha scosso l’intera comunità di San Pellegrino in Alpe e della Garfagnana.