Qualità dell’aria ai limiti, a Borgo la prima ordinanza
Ancora uno e scatterà la prima serie di misure che prevede la legge regionale per la tutela della qualità dell’aria.
Si sta parlando degli sforamenti della soglia di pm10, le polveri sottili emesse nell’aria e prodotte prevalentemente dalla combustione di idrocarburi, quindi gas metano, benzine e gasolio e combustibili fossili in genere tra cui anche carbone e legno. Le pm10 sono ritenute dalla comunità scientifica nocive per la salute umana. I dati che registrano 14 sforamenti fino a ora nel corso del 2017 sono quelli rilevati dalla centralina Arpat di Fornoli. Che dal primo gennaio ha registrato 14 superamenti del limite di 50 microgrammi all’ora nei rilevamenti fatti dell’aria della Mediavalle del Serchio.
La dinamica che porta all’innalzamento della concentrazione della polveri sottili, ( che non comprendono solo il pm10, ma a Fornoli è possibile rilevare solo quelle) in alcuni giorni dell’anno è nota ed è causata da una concomitanza di fattori, ovvero condizioni climatiche di alta pressione, cielo sereno e basse temperatura che inducono ad un utilizzo prolungato degli impianti di riscaldamento, le cui polveri sottili si vanno a sommare a quelle già emesse dai motori diesel e a scoppio. Con la pioggia, poi, le polveri vengono abbattute. Da notare che di tutte le zone collinari e montane della Toscana soggette a rilevamento sulle pm10, la Mediavalle del Serchio è quella che dal punto di vista della polveri sottili presenta il maggior numero di sforamenti.
Il fatto che nel corso del 2017 si siano verificati già 14 sforamenti adesso mette i comuni in una posizione di stallo, infatti secondo le disposizioni della Regione dopo il 15esimo sforamento della soglia di 50 microgrammi, devono scattare da parte dei sindaci una serie di prescrizioni per limitare le emissioni di polveri sottili: dal blocco del traffico, anche in maniera alternata, ai divieti di bruciare all’aperto biomasse e legna, alla limitazione dell’utilizzo degli impianti di riscaldamenti in uffici e abitazioni. Il tutto ovviamente secondo una logica di gradualità a seconda del numero di sforamenti.
L’unico comune che per il momento ha preso in considerazione il problema in via preventiva sembra essere Borgo a Mozzano, dove il sindaco Patrizio Andreuccetti ha già emesso, pochi giorni fa, un’ordinanza con cui prevede il divieto di bruciare di legname e biomasse dal primo novembre al 30 marzo. Al momento, dagli altri comuni, non sembra che siano state prese decisioni, posizione legittima comunque, visto che il numero di sforamenti non ha ancora raggiunto tecnicamente la temuta quota di 15 sforamenti, che comunque visto l’avvicinarsi della stagione invernale con molta probabilità potrebbe verificarsi, visto l’innalzamento dei livelli della polveri sottili disciolte nell’aria.
Nell’ordinanza di Borgo a Mozzano, è stata disposta anche la vigilanza sui divieti da parte della polizia locale che potrebbe emettere sanzioni nel caso di inosservanza.
Una situazione generale che riporta l’accento sul problema della qualità dell’aria nella Valle del Serchio che dal punto di vista delle polveri sottili, e per quanto è possibile apprendere dai rilevamenti Arpat solo per per questo inquinate, è soggetta come tutte le Valli e i sistemi chiusi a periodici sforamenti nel periodo invernale.
Ecco l’elenco degli sforamenti del 2017 oltre i 50 microgrammi di pm10: 1 gennaio, 2 gennaio, 7 gennaio non si è raggiunto lo sforamento ma il pm10 si è attestato vicino al limite di guardia a 48 microgrammi, 8 gennaio, 9 gennaio, 10 gennaio, 11 gennaio, 12 gennaio si è verificato lo sforamento massimo con 97 microgrammi di pm10, 22 gennaio, 27 gennaio, 28 gennaio, 30 gennaio, 31 gennaio, 2 febbraio, 17 febbraio e il 23 febbraio dove il rilevamento si è fermato sul limite di 50 microgrammi. (g.m.)