Appennino in Garfagnana, A&C: municipi siano eletti

11 settembre 2017 | 07:00
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Appennino in Garfagnana, A&C: municipi siano eletti

No alla fusione, Alternativa e Costituzione, nei giorni in cui si rende sempre più acceso il dibattito sulla nascita del Comune di Appennino in Garfagnana, unione strategica fra le realtà di Fosciandora, Pieve Fosciana e San Romano. A parlare è il consigliere di opposizione del Comune di Fosciandora, Marco Bonini.

“Nei giorni scorsi – dice – i sindaci dei tre Comuni che hanno avviato la fusione verso Appennino in Garfagnana sono intervenuti nuovamente per cercare di chiarire alcuni aspetti del percorso. Purtroppo non è semplice capire a fondo le conseguenze della fusione visto che la stessa è maturata in tempi molto ristretti e le delibere consiliari per dare avvio a tale processo sono state effettuate in fretta e furia, probabilmente per compiacere la Regione Toscana, soprattutto senza quei necessari approfondimenti che sarebbero stati opportuni per un passo del genere. Approfondimenti e passaggi politico – istituzionali più ragionati, che avrebbero consentito ai cittadini di recarsi al prossimo referendum con un panorama più chiaro su “cosa sarà il dopo fusione”. Purtroppo così non è stato ed oggi ci troviamo dinanzi a dichiarazioni ed intenzioni dei sindaci, tendenti a presentarci un futuro roseo ed edulcorato ma che solo in parte ci convincono. Il nostro gruppo, nella seduta consiliare in cui ci opponemmo all’avvio del processo di fusione, propose comunque che lo statuto dell’eventuale nuovo Comune prevedesse l’istituzione di municipi elettivi per San Romano e Fosciandora”.
“Nell’ultimo intervento – prosegue Bonini – il sindaco di Pieve Fosciana ha fatto capire che tale proposta sarà in parte realizzata e fa riferimento ad una bozza di statuto che regolerebbe appunto le forme di decentramento e di rappresentanza delle ex sedi municipali e delle frazioni. Per capire meglio di cosa si tratta dovremmo approfondire i contenuti di questa proposta di statuto. Tuttavia ci è stato risposto che in questo momento non è possibile, trattandosi di una bozza su cui stanno lavorando i sindaci e per la quale attendono gli opportuni pareri dei segretari comunali. Come mai anche questa volta decidono solo i sindaci e le loro scelte le dobbiamo apprendere dai media?”.
Situazioni che alimentano la polemica dell’opposizione: “Dalle dichiarazioni sulla stampa del sindaco Angelini – commenta Bonini – ci sembra di capire (e saremmo ben lieti di aver compreso male) che verrà nominato un presidente di municipio, probabilmente un consigliere o un assessore; quindi un organo monocratico, delegato dal sindaco o nella migliore delle ipotesi dal gruppo di maggioranza. Noi invece avevamo proposto municipi elettivi con un presidente e due consiglieri, quindi organo collegiale che possa esprimere anche la rappresentanza di una eventuale minoranza. Certo comprendiamo che la scelta dei tre sindaci sia più comoda, in quanto non rischia di aprire contraddizioni o conflitti tra Comune e municipi, in quanto appartenenti alla stessa maggioranza politica; addirittura, nel caso la scelta cadesse su un assessore, legato da un rapporto nomina-fiducia diretta con il sindaco, quest’ultimo potrebbe revocarlo in ogni momento”. 
Ma c’è un altro elemento di polemica, sempre sul tema della fusione: “Le varie riforme degli enti locali degli ultimi 30 anni – prosegue – hanno progressivamente sottratto poteri alle assemblee elettive, trasferendoli ai sindaci. Ai consigli comunali rimane comunque un generico compito di indirizzo politico, con competenza specifica tra l’altro proprio sullo statuto dell’ente. Ai consigli comunali sono rimaste così poche funzioni che necessiterebbe una battaglia per restituirgli un ruolo centrale nelle Istituzione democratiche locali. In questo caso, anche questa funzione di indirizzo ci viene sottratta!! Meglio avrebbero fatto i sindaci, prima di lavorare ad una bozza di statuto comunale, a realizzare un passaggio nei rispettivi consigli comunali per ottenere un indirizzo politico circa i contenuti e le specificità di tale importante cornice regolamentare. Forse tale passaggio era un ostacolo alla realizzazione del progetto nei tempi ristretti prescelti? Forse il risultato poteva anche non cambiare; ma si poteva salvare la forma ed incidere sulla sostanza”.