Fusione Fabbriche-Molazzana, i timori dei cittadini

12 luglio 2017 | 08:32
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Fusione Fabbriche-Molazzana, i timori dei cittadini

La questione fusioni tra comuni, dopo le varie ipotesi avanzateda neglil ultimi mesi, tornata di forte attualità. Uno scenario che modificherà la cartina politica e amministrativa della Garfagnana. Con buona probabilità questo passaggio potrebbe coinvolgere anche i comuni di Molazzana e Fabbriche di Vergemoli quest’ultimo nato da un precedente fusione. Questa almeno la volontà politica manifestata fino ad ora dal sindaco Michele Giannini e dal suo collega di Molazza Rino Simonetti. L’ipotesi di fusione però non convince tutti i residenti di Fabbriche di Vergemoli, tanto che un gruppo di persone ha inviato una lettere alla nostra redazione che vi proponiamo integralmente. il timore più grande è che il processo sia troppo repentino.

“Il nostro sindaco è un vero campione, un campione delle fusioni fra Comuni. Ne ha da poco fatta una ed è già pronto per un’altra. Neanche il tempo di abituarsi a questa nuova comunità di Fabbriche di Vergemoli, valutarne i vantaggi, capirne i problemi magari ad oggi irrisolti, sentire come i cittadini l’hanno vissuta: se le aspettative sono state rispettate, se le cose sono andate come auspicato o meno.
‘No, non basta, so io come fare e se Gallicano non ci sta, c’è sempre Molazzana’.
Noi siamo stati favorevoli a suo tempo alla fusione con Vergemoli, ma il progetto di cui si parlò allora è ancora lontano da essere realizzato, ci manca l’anima, si sa di appiccicaticcio, non ci siamo.
E ci fa piacere che anche esponenti importanti della attuale maggioranza invitino alla riflessione, alla necessità di coinvolgere una popolazione non del tutto soddisfatta neanche di quello fatto fino ad oggi. E’ bene ricordare che l’adesione, la partecipazione della comunità fu alla base della fusione attuale, poi ampiamente confermata dal referendum.
Ma ora ci sono, un po’ più un po’ meno, le stesse convinzioni, vorremmo dire lo stesso entusiasmo? Ci sembra proprio di no.
E già, il sindaco propone scadenzari, date, ipotesi di referendum, fino alle elezioni di un nuovo Comune nel 2019.
La fretta non è mai una buona consigliera. E poi c’è la scelta di evocare, quasi come una minaccia la frase: ‘Se non ci muoviamo ci penserà la Regione, accorpandoci con chi vuole’.
Ci siamo informati, per la Regione esiste un solo percorso, quello del Referendum.
Ci venga a trovare nelle nostre case, siamo pochi e si può fare, ascolti il nostro parere, anche le nostre preoccupazioni, ci presenti il progetto di fusione, si è visto che gli interlocutori cambiano, e soprattutto ci ascolti: lei è il nostro sindaco non il nostro capo”.


Un gruppo di cittadini