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Con la cooperativa ‘Solidarietà e Sviluppo’ calcio, musica e divertimento per imparare le cose in comune

31 dicembre 2024 | 12:28
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Con la cooperativa ‘Solidarietà e Sviluppo’ calcio, musica e divertimento per imparare le cose in comune

Una bella giornata di condivisione ha coinvolto 12 minori stranieri non accompagnati e il gruppo scout Grosseto 3

Conoscersi e divertirsi insieme, dimostrando che non ci sono barriere culturali. Al centro sociale di Valpiana, 12 minori stranieri non accompagnati delle strutture Solidarietà e Home hanno incontrato il gruppo scout Grosseto 3, composto da 15 ragazzi di età compresa tra i 16 e i 18 anni e guidato dai capi clan Alberto Ragosta, Francesco Camarri e Silvia Santi del clan Fuoco Rosa dei Venti.

All’evento hanno partecipato l’insegnante di italiano Beatrice Gasperini, l’educatrice Liana Zakaryan e gli operatori Diallo Ibrahima e Sekh Sabuj – tutti della Cooperativa sociale Solidarietà e Sviluppo che ha sede a Fornoli ed opera nelle tre province di Grosseto, Lucca e Sassari.

Il pomeriggio si è aperto con una partita di calcio tra squadre miste, un momento di sport e divertimento che ha creato un primo ponte tra i giovani. Successivamente, all’interno del centro di accoglienza, i partecipanti hanno avuto modo di conoscersi più da vicino: dopo una breve presentazione, è iniziato un dialogo vivace, arricchito da domande reciproche su temi come le giornate nella comunità e nella realtà scoutistica, le differenze culturali, le tradizioni culinarie e la mentalità.

Un messaggio significativo è arrivato dai ragazzi scout: “Siamo qui perché vogliamo conoscerci meglio e condividere ciò che ci accomuna – hanno spiegato – Sebbene le nostre esperienze siano diverse, abbiamo tante cose in comune. Il nostro percorso scoutistico si fonda su quattro pilastri: la strada, che rappresenta il cammino, la comunità, che è il gruppo che ci sostiene, la fede, che è il nostro rapporto con Dio, e il servizio, che ci spinge ad aiutare gli altri. È per questo che siamo qui oggi”.

Gli ospiti delle strutture, a loro volta, hanno raccontato sogni e progetti per il futuro, sottolineando però le sfide quotidiane che si trovano ad affrontare. “Per i nostri ragazzi, il futuro è spesso un percorso complesso – ha dichiarato l’educatrice Liana Zakaryan – Le difficoltà sono molte: burocrazia, adattamento, problemi personali o traumi del passato. Tuttavia, con l’impegno dell’intera equipe, cerchiamo di essere per loro una seconda famiglia”.

Anche l’insegnante Beatrice Gasperini ha posto l’attenzione sulle problematiche organizzative legate alla scolarizzazione: “Gli ospiti – ha evidenziato – affrontano non solo la sfida di apprendere una nuova lingua, ma anche quella di adattarsi a un sistema scolastico diverso da quello del loro paese d’origine. Nonostante queste difficoltà, si impegnano al meglio e stanno già mostrando buoni progressi, soprattutto nella lingua italiana. Alcuni di loro, partiti da un livello di alfabetizzazione di base, hanno fatto passi avanti significativi”.

L’incontro si è arricchito di momenti di musica e balli: canti italiani accompagnati dalla chitarra si sono alternati a ritmi africani scanditi dal tamburo. La giornata si è conclusa con una cena etnica preparata insieme, un gesto simbolico di integrazione e condivisione.
Francesco Camarri e Silvia Santi hanno sottolineato l’importanza di replicare queste iniziative: “Questi incontri sono fondamentali per lo scambio di esperienze e idee – hanno dichiarato -. Speriamo possano diventare un appuntamento continuativo”.

“Questo pomeriggio – ha concluso il presidente della Cooperativa sociale Solidarietà e Sviluppo Alessandro Ghionzoli – l’esperienza di Valpiana ha dimostrato come il dialogo, la condivisione e la collaborazione possano abbattere le barriere culturali, regalando ai partecipanti la consapevolezza di essere parte di una comunità più grande”.