Festa della donna, la lettera della sindaca Mariani: “Che sia una giornata per prendere coscienza che c’è ancora molto lavoro da fare”

La prima cittadina di San Romano: “Nl nostro pensiero va oggi a tutte le donne che vivono in un contesto di oppressione e, in particolare, alle donne che vivono in Afghanistan e Iran”
In occasione della festa della donna, la sindaca di San Romano Raffaella Mariani ha scritto una lettera indirizzata ai cittadini e a tutte le donne del mondo.
“Ogni anno nel mondo l’8 marzo si festeggia la festa internazionale della donna – scrive la sindaca di San Romano -. Una data attraverso la quale ricordare i diritti sociali e civili conquistati con difficoltà nel tempo. L’episodio che spesso si racconta per spiegare l’origine e il motivo per cui la festa della donna si festeggia l’8 marzo è legato a un tragico evento accaduto a New York l’ 8 marzo 1911, quando un incendio improvviso divampato in una fabbrica di camicie causò la morte di 134 operaie intrappolate tra le sbarre. La prima festa della donna a essere celebrata il giorno dell’8 marzo fu quella del 1914, tuttavia, soltanto nel 1921, durante la seconda conferenza delle donne comuniste, si stabilì l’8 marzo come data unica nella quale festeggiare la figura femminile”.
“In Italia la giornata venne istituita nel 1922 e solo nel 1975 l’Onu la riconobbe come giornata ufficiale. In questo giorno è usanza regalare alle donne una mimosa, fiore simbolo di femminilità e forza che l’Unione Donne Italiane (Udi), nel 1946, ha scelto come fiore che simboleggia la festa della donna. Tuttavia, se da una parte con la giornata internazionale della donna si celebrano le conquiste sociali, economiche e politiche raggiunte in questi anni di storia, dall’altra è anche occasione per ricordare le discriminazioni e le violenze di cui le donne sono state – e purtroppo sono ancora – vittime”.
“Il nostro pensiero – continua la sindaca – va oggi alla condizione femminile in tutti quei luoghi dove guerre e conflitti rendono dura anche la vita delle donne; il nostro pensiero va oggi a tutte le donne vittime di violenza fisica e psicologica; il nostro pensiero va oggi a tutte le donne che vivono in un contesto di oppressione e, in particolare, alle donne che vivono in Afghanistan e Iran, dove il ritorno dei talebani al potere ha segnato un passo indietro per la loro condizione. La donna, in nome della religione, si è vista depauperare dei diritti fondamentali faticosamente conquistati nel corso degli anni e è tornata a una condizione di sudditanza e umiliazione. Le donne non possono più passeggiare da sole in strada, non possono praticare sport in pubblico, sono sparite da radio e tv, il burqa è tornato obbligatorio, sono stati decapitati i manichini femminili delle boutique alla moda, Il ministero delle donne è stato sostituito da quello per la promozione della virtù e la prevenzione del vizio…”.
“Ma non tutte le donne si sono arrese, accettando passivamente questi soprusi. Molte donne coraggiose scendono in piazza ancora oggi e manifestano il loro dissenso rischiando la vita. Noi ci uniamo alla loro protesta esprimendo una ferma e forte condanna nei confronti dell’operato dei governi oppressori e auspichiamo che questa giornata sia un’occasione per celebrare le conquiste, le lotte, ma anche i fallimenti e per prendere coscienza che c’è ancora molto lavoro da fare. Auguri a tutte le donne del mondo”.