Covid e psiche, i toscani in terapia sono aumentati del 69 per cento

Tra i disturbi più comuni ci sono ansia e depressione. Colpiti soprattutto under 18 e personale sanitario
Gli effetti del Covid-19 sul benessere psicologico delle persone hanno numeri chiari. Da marzo 2020 in Toscana le richieste di sostegno psicologico e psicoterapia sono aumentate e a dirlo è il 69 per cento degli psicologi privati: ansia, depressione, fobie sociali e scolari, disturbi del comportamento alimentare i disagi per i quali i toscani chiedono aiuto ad uno psicologo.
È quanto emerge da un’indagine effettuata dall’Ordine degli psicologi della Toscana tra i propri iscritti, i cui primi risultati sono stati presentati oggi (11 marzo) al convegno L’impatto della psiche sulla salute: dati scientifici ed economici, organizzato a Firenze dall’Ordine toscano e presentato da David Lazzari, presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine degli psicologi.
La pandemia ha messo a dura prova la salute psicologica della popolazione e col passare del tempo le conseguenze non fanno che emergere con maggior insistenza. Il Covid ha amplificato quelle condizioni di disagio pregresse e il prolungato stress ne ha causate di nuove.
I dati confermano che il 69 per cento degli psicologi toscani dall’inizio della pandemia a oggi hanno registrato un aumento di richieste di prestazione psicologica e i dati aumenterebbero ancora di più se una quota di coloro che hanno cercato aiuto avesse potuto economicamente accedere alla consulenza psicologica. Oltre la metà dei pazienti presenta una sintomatologia ansiosa (il 56 per cento), il 17 per cento soffre di depressione, il 14 per cento di problemi relazionali, il 4,7 per cento di fobie sociali o scolari, il 3 per cento di disturbi alimentari, l’1,27 per cento di autolesionismo, l’1,1 per cento di disturbi ossessivo compulsivi, lo 0,82 per cento di disturbi post traumatici da stress, lo 0,73 per cento di dipendenze patologiche, lo 0,73 per cento di perdita del senso della realtà e psicosi.
A livello mondiale, secondo i dati illustrati da Lazzari, depressione, ansia e distress sono sintomi elevati soprattutto tra chi è in quarantena e nei pazienti Covid (l’ansia raggiunge quasi il 60 per cento tra chi è in quarantena). Il disagio è maggiore tra i giovani e il personale sanitario: tra gli under 18 quasi il 50 per cento soffre di disturbi post traumatici, il 45 per cento di disturbi del sonno, il 28 per cento di depressione, il 27 per cento di ansia, tra i sanitari il 48 per cento soffre di disturbi post traumatici da stress, il 40 per cento di ansia, il 38 per cento di depressione, il 37 per cento di distress.
“La pandemia ha avuto conseguenze non solo sulla salute del corpo ma anche su quella della psiche. Il recente conflitto in Ucraina, poi, contribuisce ad acuire ancora di più il disagio in chi era già stato provato dall’emergenza sanitaria. La paura per il futuro continua – afferma la presidente dell’Ordine degli psicologi della Toscana, Maria Antonietta Gulino -. Questi studi dimostrano come sia sempre più necessario investire nella salute psicologica, sia del singolo che della società, agevolando e incentivando l’intervento dello psicologo, una figura in grado di determinare il benessere e al tempo stesso intercettare le problematiche di individui, famiglie e comunità, prima che si trasformino in disturbi più gravi col rischio cronicità. Il bonus psicologo, che sosteniamo, e il progetto dello psicologo di base, che promuoviamo, vanno in questa direzione”.
“I dati che abbiamo presentato – dice David Lazzari, presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine degli psicologi – sono relativi non solo all’incidenza dei disturbi psicologici ma anche a quanto questo malessere incide sull’economia. Sono dati particolarmente importanti perché dimostrano quanti guadagni, in termini costi-benefici, produce l’affrontare questi problemi con interventi psicologici”.