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Una poesia per dire grazie al personale della riabilitazione di Barga

8 settembre 2021 | 12:16
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Una poesia per dire grazie al personale della riabilitazione di Barga

La toccante testimonianza di un paziente dimesso a metà agosto

Una poesia per dire grazie a chi ha fatto della cura una professione. È successo alla struttura di recupero e rieducazione funzionale di Barga, quando un paziente, Valter Bertolacci, ha lasciato in dono questi versi: “A te che hai scelto di fare questo mestiere / e ci metti tutta la tua passione / perché hai fatto della tua vita una grande missione / a te io voglio dedicare / le mie parole / per non dimenticare / ma per ringraziare / in questa mia battaglia contro il male / non sono stato solo”.

Bertolacci è stato ricoverato per alcune settimane nel reparto diretto da Ivano Maci, dove il personale si è occupato della sua riabilitazione dopo la malattia, ed è stato dimesso intorno alla metà del mese di agosto. Nei giorni successivi alla sua permanenza al San Francesco, il signor Bertolacci ha inviato la poesia e ha fatto recapitare una serie di pensieri personali per ognuno degli operatori in servizio nella struttura: infermieri, i medici, operatrici socio sanitarie (Oss) e fisioterapisti. Non solo: ha anche fatto avere un dono, un diffusore di oli essenziali per aromaterapia, da destinare alla palestra.

La poesia inviata al personale si chiude così: “Grazie a voi sono rinato / in ogni parte di questo mio corpo provato / adesso proseguirò il mio cammino e voglio arrivare / dritto alla meta / per una vita quieta / magari fatta di piccole gioie quotidiane / e di abitudini sane / nel mio cuore sono sicuro che sempre vi ricorderò / non credo con nostalgia / ma come parte della famiglia mia”.

“Ho ringraziato personalmente il signor Bertolacci  – evidenzia il direttore della struttura, Ivano Maci  – per questa sua toccante testimonianza di gratitudine, che ha colpito e commosso tutti i nostri operatori.  Ribadisco anche pubblicamente la generosità del gesto e la profondità della poesia, che descrive anche molto bene l’esperienza di questa persona in ospedale”.