Sanità in Valle del Serchio, bilanci e prospettive al centro dell’incontro Cgil

28 luglio 2021 | 17:06
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Sanità in Valle del Serchio, bilanci e prospettive al centro dell’incontro Cgil
Sanità in Valle del Serchio, bilanci e prospettive al centro dell’incontro Cgil
Sanità in Valle del Serchio, bilanci e prospettive al centro dell’incontro Cgil
Sanità in Valle del Serchio, bilanci e prospettive al centro dell’incontro Cgil
Sanità in Valle del Serchio, bilanci e prospettive al centro dell’incontro Cgil

All’iniziativa hanno partecipato rappresentanti sia sindacali sia politici a livello provinciale e regionale che alcuni lavoratori della sanità

Sanità, servizi sociali e territorio. Sono questi gli argomenti di cui si è discusso nel direttivo organizzato ieri (27 luglio) dalla Cgil Lucca al Sassone di Fobbia.

L’iniziativa, a cui hanno partecipato rappresentanti sia sindacali e politici a livello provinciale e regionale che dei lavoratori della sanità, è stata l’occasione per fare il punto sullo stato e sulle problematiche della Valle del Serchio.

“Sebbene ricca di potenzialità e risorse, questa zona, come tutte le aree interne è caratterizzata dalla significativa mancanza o distanza, in termini di tempi di percorrenza, dai centri di erogazione dei servizi essenziali (salute, istruzione, mobilità, connettività) – spiegano dalla Cgil -. Le maggiori criticità sono state individuate nei servizi pubblici, in particolare socio sanitari, per i quali si è assistito negli ultimi anni ad un costante disimpegno sul territorio, e nelle infrastrutture. Una delle conseguenze è la difficoltà negli spostamenti, legata sì alla sua conformazione, ma anche alla povera gestione della sua fragilità idrogeologica e dei servizi di trasporto pubblico”.

“Un primo intervento riguardo quest’ultimo problema sarebbe l’elettrificazione della linea ferroviaria e l’aumento delle stazioni di scambio, trasformando il servizio ferroviario da punto debole a perno delle vie di comunicazione della Valle del Serchio, da integrare con il trasporto su strada – riporta la Cgil -. Ma l’argomento principe del convegno è stato quello dei servizi socio-sanitari, centrale dopo 18 mesi di pandemia, nonché fattore importantissimo nel determinare la vivibilità di un luogo”.

In questo ambito sono state evidenziate numerose criticità: in primis la carenza di personale medico, infermieristico e sanitario, acuita dalla marginalità della zona che danneggia le prospettive a livello di carriera. Ma anche l’incapacità dei servizi territoriali nella presa in carico a tutto tondo del paziente, e nella mancanza di un ospedale unico che funga da baricentro, in grado di offrire tutta l’assistenza medica necessaria nei casi di emergenza/urgenza tramite il pronto soccorso e la presenza di medici specialisti sufficienti a garantire il servizio.

“Gli interventi dei partecipanti hanno messo in chiaro come la pandemia dovrà essere un punto di svolta, grazie anche agli investimenti che potranno arrivare dal Piano nazionale di ripresa e resilienza – riporta ancora la Cgil -. In particolare per il settore sociosanitario, proveniente da anni di tagli che hanno contribuito a determinare le difficoltà incontrate in questo periodo, sarà al centro di un’opera di rafforzamento strutturale. Questo, come è emerso dal confronto, dovrà essere frutto di una programmazione di ampio respiro, che guardi al lungo periodo e tenga di conto dell’integrazione del lavoro di ospedali e presidi socio-sanitari territoriali, con particolare attenzione alle peculiarità locali”.

“Gli ingredienti che sono stati individuati per un potenziamento duraturo ed efficace possono essere sintetizzati in quattro punti principali – conclude la Cgil Lucca -: Potenziamento infrastrutturale e della strumentazione, a partire dalla realizzazione dell’ospedale unico; Prossimità ai pazienti, con una presa in carico del malato a 360 gradi, che venga dal lavoro integrato di ospedali, assistenza sanitaria territoriale, domiciliare e telematica, sgravando gli ospedali di buona parte del lavoro e garantendo ai pazienti cure mirate in ogni momento della lotta alla patologia; Formazione, più aperta e mirata a soddisfare la richiesta degli specialisti mancanti; e di conseguenza assunzioni, non solo per colmare le carenze di personale sanitario, ma fatte anche in modo da incentivare la loro permanenza e regolarizzare le grandi disuguaglianze di retribuzione che si possono trovare nel settore.