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Stop alle molestie e alle violenze di genere sui luoghi di lavoro: siglato il protocollo

8 marzo 2024 | 15:58
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Stop alle molestie e alle violenze di genere sui luoghi di lavoro: siglato il protocollo

Il documento è stato sottoscritto da Confindustria, sindacati e dalla consigliera provinciale alle parità, Katiuscia Maggini

Un 8 marzo all’insegna della concretezza per supportare le donne vittime di violenza e molestie sul luogo di lavoro. E’ questo il senso del Protocollo a sostegno delle vittime di violenza di genere nei luoghi di lavoro che è stato sottoscritto oggi (8 marzo) a Lucca, a Palazzo Bernardini, fra Filctem Cgil della provincia di Lucca, Femca Cisl Toscananord, Uiltec Uil Toscana nord, Confindustria Toscana nord e la consigliera di parità della Provincia di Lucca Katiuscia Maggini.

Lo scopo del protocollo promosso con la collaborazione dei sindacati, delle parti datoriali, delle aziende e delle istituzioni del territorio, è quello di promuovere, attraverso la contrattazione di secondo livello, azioni di sensibilizzazione, informazione, prevenzione e tutela sul tema della violenza di genere, attivando anche un sistema integrato di misure che garantiscano protezione e sostegno efficaci nei confronti delle donne vittime di molestia e violenza, in particolare nei luoghi di lavoro.

Il protocollo si applicherà nelle imprese dei settori di riferimento delle suddette sigle sindacali che intenderanno condividerne i contenuti. Settori importanti per il territorio lucchese, come plastica, gomma, chimica-farmaceutica, moda, ceramica, vetri, energia e utilities, tutti ampiamente rappresentati anche nella compagine sociale di Confindustria Toscana Nord. Il protocollo è comunque “aperto” e a disposizione di chiunque voglia farlo proprio: con l’auspicio che vi si possano riconoscere anche aziende di altri settori e territori, così come organizzazioni sindacali diverse da quelle che lo hanno promosso.

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Fra le azioni previste dal protocollo vi sono: la promozione della conoscenza degli strumenti, anche già esistenti, che possono garantire una risposta adeguata ad ogni forma di molestia e violenza; l’impegno per favorire un ambiente lavorativo che assicuri pari opportunità e trasparenza in termini retributivi e di crescita professionale; lo sviluppo nel territorio di progettualità condivise per supportare concretamente la realizzazione di sinergie, servizi, soluzioni e strumenti finalizzati a rispondere alle domande di bisogno e inserimento delle vittime di violenza di genere nell’ambiente di lavoro.

Accanto a questi percorsi e finalità generali, l’accordo prevede anche iniziative di profilo operativo da realizzare nel contesto di lavoro. Il più innovativo è certamente l’introduzione di un sistema che, in collaborazione con le aziende che si sono rese disponibili, garantisca alle vittime di violenza sul luogo di lavoro una proposta, su base volontaria, di reinserimento lavorativo in un’altra azienda, in modo che queste possano affrancarsi dal luogo teatro della violenza e denunciare liberamente l’accaduto, senza temere di perdere il proprio lavoro, e quindi la propria fonte di reddito. All’interno del documento vengono poi programmate anche l’introduzione di procedure che garantiscano un iter chiaro, rapido e riservato per promuovere denunce da parte delle vittime di molestia o violenza, sostenendole anche nella eventuale trasmissione della segnalazione alle forze dell’ordine e l’istituzione di momenti di “ascolto” anche attraverso la definizione di un vero e proprio sportello dove poter riferire le dinamiche dei vari casi e monitorandone gli sviluppi.

La segreteria per la gestione dell’adesione dei vari soggetti è tenuta presso la sede di Lucca di Confindustria Toscana Nord ed è formata da un rappresentante delle imprese (Confindustria Toscana Nord) e da un rappresentante per sigla sindacale (Filctem, Femca, Uiltec), con la collaborazione dello sportello della Consigliera di parità presso la Provincia di Lucca per l’ascolto delle esigenze individuali e il loro indirizzamento in sinergia con l’impresa e il sindacato.

“Lavoro che include, lavoro che cura – dichiara la consigliera alle parità della Provincia di Lucca, Katiuscia Maggini –. Per le donne vittime di violenza di genere l’occupazione è un riscatto contro la prevaricazione e perché il riscatto sia concreto occorre valorizzare la cooperazione sociale. Una donna senza autonomia finanziaria, nel corso della vita, dipende dalle scelte e dalle concessioni dell’uomo, marito o compagno; la donna senza un’inclusione certa di fronte alla scelta obbligata di risolvere il rapporto di lavoro è una donna vittima della violenza di genere verticale sul lavoro. Lo ha detto con estrema chiarezza il Presidente Sergio Mattarella alla Women Economic Forum del 23 novembre 2023: ‘Il tema delle disuguaglianze di genere e del danno che queste recano alla comunità è parte fondamentale delle preoccupazioni delle istituzioni’, che devono attivarsi per ascoltare, dialogare tra loro, cooperare fattivamente allo scopo di eliminare ‘ogni trattamento o modifica dell’organizzazione delle condizioni di lavoro e dei tempi di lavoro che in ragione del sesso, dell’età anagrafica, delle esigenze di cura personale o familiare, dello stato di gravidanza nonché di maternità o paternità, anche adottive, ovvero in ragione della titolarità dell’esercizio dei relativi diritti, pone o può porre il lavoratore in una posizione di svantaggio, di limitazione delle opportunità, di accesso ai meccanismi di progressione delle carriere’. Non saprei dirlo meglio: faccio mie le parole del nostro Presidente“.

Il protocollo nei casi più estremi in cui la donna vittima di violenza o molestia sul luogo di lavoro, può decidere volontariamente di essere reinserita in un’altra azienda, in modo che queste possano allontanarsi da un luogo di lavoro malsano. Il reinserimento in un altro luogo di lavoro non deve assolutamente essere frainteso come un allontanamento punitivo nei confronti di chi ha lamentato molestie o violenze.
“Ci sono delle situazioni in cui una donna vittima di violenza o molestie, non può assolutamente rimanere all’interno dello stesso luogo di lavoro – precisa la consigliera Katiuscia Maggini -. Potrebbe subire mobbing orizzontale e potrebbe desistere dalla denuncia proprio per non perdere il posto di lavoro. Occorre dare l’opportunità di lavorare in condizioni adeguate. Fra l’altro voglio ricordare le persone possono venire al mio sportello, procedere in via giudiziaria a mio nome come consigliera alla parità, posso seguire tutte le fasi di eventuali processi e tutto questo gratuitamente”.

“La Filctem Cgil della provincia di Lucca ha fortemente voluto e promosso la costituzione di questo speciale strumento che, attraverso la contrattazione di secondo livello, è in grado di intervenire contro ogni forma di violenza sul lavoro tramite una rete di servizi e di tutele che propone immediate soluzioni di reinserimento lavorativo in altre aziende – dice Franco Galeotti, segretario generale Filctem Cgil Lucca -. La legge prevede già strumenti legali di tutela, che però, come ci insegna l’esperienza, spesso le vittime di violenza non sono nelle condizioni di poter sfruttare, principalmente per il timore che denunciare le porti a perdere il loro posto di lavoro, e sono dunque costrette a sopportare in silenzio. Per creare questo ventaglio di accordi, che comunque necessita di essere ulteriormente potenziato, abbiamo dunque pensato ad un intervento congiunto tra sindacati, Confindustria, aziende e istituzioni. La Filctem Cgil Lucca non si limita però a chiedere ad imprese ed istituzioni di farsi carico del problema. Oltre alla gestione del primo contatto e della contrattazione, la categoria ha anche messo a disposizione un fondo a favore delle vittime di violenza che consenta loro di usufruire dei servizi di tutela. Il nostro intento è quello di colmare un gap , per dare una mano alle vittime – conclude il segretario Galeotti -. Uno strumento di garanzia per coloro che si rivolgono ai nostri sportelli”.

Anche per Andrea Satti, segretario generale Femca Cisl Toscana Nord, il protocollo è uno strumento importante: “perché il rispetto della dignità altrui all’interno dei luoghi di lavoro è una priorità da evidenziare, anche e soprattutto, con l’adozione di buone prassi che possano contrastare ogni genere di comportamento molesto e/o violento. C’è da sensibilizzare su questo fenomeno, su questo argomento, ancora purtroppo sommerso, cercando di prevenire, affrontare e gestire, ogni manifestazione di violenza o molestia”.

A firmare il protocollo anche la Uil, con Giacomo Saisi, rappresentante Uiltec Uil Toscana Nord : “La battaglia contro la violenza di genere è uno dei principali temi su cui la cerca costantemente di tenere accesa una luce. Nel 2023 ci sono state 118 donne uccise e nel 2024 siamo già a più di 20 casi. È una mattanza infinita su cui non dobbiamo mai smettere di fare sentire la nostra voce, ricordando poi che la violenza si può perpetrare in più maniere. Oltre a quella fisica esistono infatti anche quella psicologica, quella sociale e quella economica, che non sono assolutamente da sottovalutare perché fanno sentire la vittima sottomessa, manipolata e soprattutto sola. Come sindacato siamo inserendo nei rinnovi dei contratti nazionale articoli specifici per promuovere una cultura orientata a principi di inclusione.  Mi sento di dire alle donne come uomo, come sindacalista e come padre, che qualsiasi persona abbia bisogno, anche solo di una pacca sulla spalla, può avvicinarsi a noi e ai nostri uffici, che avranno sempre la porta aperta. Per ultimo, ma non per importanza, esprimiamo tutta la nostra vicinanza alla famiglia della vittima Maria Batista Ferreira uccisa pochi giorni fa a Fornaci di Barga“.

“L’altro giorno ero all’assemblea di un’azienda chimica e su 150 persone erano tutti uomini e una sola donna – dice Massimiliano Bindocci segretario Uil Nord Toscana -. Il tema grosso che deve germogliare nel nostro territorio è che le aziende in produzione assumono tutti uomini. Vuol dire che le donne non fanno domanda perché sono certe di non essere prese, bisogna sdoganare il concetto che esistono lavori da uomini e lavori da donna. Occorre un salto culturale”.

A concludere l’intervento del vice presidente di Confindustria Toscana Nord, Tiziano Pieretti: “Abbiamo aderito con convinzione all’iniziativa partita dai sindacati, nella consapevolezza che problemi così gravi debbano trovare ogni possibile percorso per essere in primo luogo prevenuti e, qualora nonostante ogni attenzione purtroppo si verifichino, per garantire alle vittime ascolto, attenzione, giusto riconoscimento del danno subito e ogni misura necessaria per recuperare serenità sul lavoro. Al protocollo le aziende possono aderire su base volontaria e il nostro auspicio è che questo avvenga diffusamente, in ogni settore della nostra industria. Come associazione siamo pronti a supportare tutte le imprese che vogliano introdurre nella loro cultura aziendale e nelle pratiche operative i principi e le iniziative previsti dal protocollo. Del resto alcune di esse si sono già dotate di procedure e strumenti analoghi a quelli che abbiamo sottoscritto oggi: la sensibilità su questi temi esiste, va solo fatta emergere e crescere ancor più di quanto non avvenga già“.