Fatturati da record nel 2022: aumento medio del 19 per cento per le aziende lucchesi

Bene la carta-cartotecnica e la cantieristica nautica, chiude in perdita il calzaturiero
I dati di bilancio del 2022 delle società di capitali delle province Lucca, Massa-Carrara e Pisa rivelano un quadro incoraggiante. La fase pandemica è infatti stata completamente superata, con segnali positivi sia sul fronte economico che su quello finanziario-patrimoniale.
Nonostante le preoccupazioni legate allo scoppio del conflitto tra Russia e Ucraina e gli impatti sui costi delle materie prime, dei servizi e della logistica, le imprese hanno dimostrato una notevole resilienza. In particolare, le società delle tre province hanno saputo reagire in modo efficace agli aumenti dei costi, mantenendo la loro competitività. A testimoniarlo è la significativa crescita del fatturato che in media è stata del +18% tra il 2022 ed il 2021 e del +31% rispetto al 2019. Questo, in sintesi, è quanto emerge dall’analisi effettuata dall’Istituto di studi e ricerche (Isr) e dall’Ufficio studi della Camera di Commercio della Toscana Nord-Ovest su oltre 13mila bilanci relativi al 2022 – gli ultimi disponibili – delle società di capitali operanti nelle province di Lucca, Massa-Carrara e Pisa.
“Nel contesto dell’analisi economica – afferma Valter Tamburini, presidente della Camera di Commercio della Toscana Nord Ovest – lo studio dei bilanci aziendali svolge un ruolo fondamentale nel dipingere un quadro ‘reale’ della realtà. I dati dell’anno 2022, a questo proposito, evidenziano lo stato di salute complessiva del tessuto imprenditoriale, dimostrando la sua resilienza di fronte alla più grande crisi degli ultimi anni. Tuttavia se questo è evidente nelle imprese di medie e grandi dimensioni, nelle realtà più piccole emergono delle criticità. Se da un lato la piccola dimensione rappresenta la vitalità e l’intraprendenza, d’altro canto, i dati ci dicono come le sfide globali vengano affrontate in modo più efficace dalle aziende di dimensioni maggiori. La Camera di Commercio, in risposta a queste sfide, ha avviato programmi di formazione a misura di Pmi in collaborazione con professionisti della consulenza d’impresa per supportare la crescita del capitale umano e a aumentare, quindi, la competitività delle piccole imprese locali”.
In provincia di Lucca, il fatturato delle società ha registrato nel 2022 un aumento medio del +19% rispetto all’anno precedente e del +30% rispetto al periodo pre-Covid, portando il giro d’affari a sfiorare i 3,5 milioni di euro medi per impresa, superiore di 700 mila euro a quello delle imprese dell’Area. Spiccano le performance delle medio-grandi aziende, il cui fatturato è aumentato del +23% rispetto al 2021 (e del +36% rispetto al 2019). Anche le piccole imprese hanno mostrato un recupero significativo, con una crescita del giro d’affari del +10% (+25% rispetto al 2019), per le micro imprese invece l’incremento è stato più contenuto (+6%). Tutti i principali indicatori economico-finanziari sono migliorati rispetto all’anno pre-pandemico: il Roi è salito dal 3,8% al 5,3%, il Clup (costo del lavoro per unità di prodotto) è sceso dal 62,6% al 56,5%, il cash flow si è consolidato all’11% dei ricavi, il grado di patrimonializzazione è aumentato dal 35,6% al 39,5% dell’attivo, l’utile finale dal 4% al 4,5% dei corrispondenti fatturati, nonostante l’incremento dell’imposizione fiscale (dal 22,4% al 25,6% del risultato ante imposte).
In ambito settoriale si segnala, in positivo, l’ottima performance della carta-cartotecnica lucchese (fatturato +36% rispetto al 2019, patrimonializzazione al 54% dell’attivo). In negativo, invece, il calzaturiero che chiude in perdita, con una flessione sia della produttività (Clup dal 67,1% al 74,5%) che della solidità aziendale (la patrimonializzazione scende dal 36,3% al 24,7%). La cantieristica nautica ha invece visto crescere il giro d’affari del +11% sul 2019, ma è soprattutto sulla redditività lorda e netta che si sono registrati i migliori risultati (utile è salito dall’1,4% dei ricavi del 2019 al 5,2% del 2022 e Roi dal 3,2% al 15,3%) che posizionano il settore ai vertici della classifica provinciale. Raddoppia anche cash flow e la liquidità disponibile. L’unico handicap riguarda la patrimonializzazione che resta su valori contenuti (il 15,9% dell’attivo), a testimonianza di un elevato livello di indebitamento che è comunque caratteristico del settore.