Lavoro, aumenta la domanda nelle imprese lucchesi ma mancano i candidati

La fotografia di agosto 2023 sui dati elaborati dalla dalla Camera di Commercio della Toscana nord ovest e dall’Istituto studi e ricerche
Sono 4360 i lavoratori che le imprese delle province di Lucca, Massa Carrara e Pisa hanno domandato nel mese di agosto 2023. Pur essendo ormai quasi conclusa la stagione estiva si mantiene ancora elevata la richiesta di personale nel turismo (alloggio e ristorazione).
La domanda di lavoro è vivace anche nelle costruzioni evidenziando ancora il ruolo propulsivo degli incentivi fiscali, anche se in progressiva attenuazione, ma anche dei cantieri del Pnrr, anche questi però a rischio a causa delle incertezze legate alla copertura finanziaria. Ma le buone notizie si fermano qua. Si acuiscono infatti le difficoltà di reperimento di personale: spesso mancano figure professionali con elevata specializzazione, soprattutto laureati, oltre al deficit di operai specializzati nei settori economici più rilevanti dell’economia locale e, come detto, nell’edilizia. Questo, in sintesi, è quanto emerge dai numeri di agosto 2023 del Sistema informativo Excelsior: un’indagine nazionale che fornisce dati su base provinciale realizzata da Unioncamere in collaborazione con Anpal ed elaborati dalla dalla Camera di Commercio della Toscana nord ovest e dall’Istituto studi e ricerche (Isr).
“I dati sulla domanda di lavoro – commenta Valter Tamburini, presidente della Camera di Commercio della Toscana nord ovest – segnalano come la carenza di lavoratori in settori chiave della nostra economia rappresenti un motivo di forte preoccupazione per le imprese. Non solo manca personale per il turismo e l’edilizia, come era forse lecito attendersi dato l’approssimarsi della fine della stagione estiva e la forte spinta dei bonus fiscali e del Pnrr, ma si fa fatica anche a trovare operai specializzati e tecnici informatici. In questo contesto, in collaborazione con la Fondazione Isi e l’Istituto di studi e ricerche, come Camera di Commercio saremo parte attiva al Salone dello studentein programma il prossimo 27 e 28 settembre a Carrara. Vogliamo usare questa opportunità per orientare i giovani e le famiglie verso scelte di studio e professionali consapevoli rispetto alle richieste del nostro sistema produttivo”.
La rilevazione ha coinvolto in provincia di Lucca, Massa-Carrara e di Pisa, rispettivamente un campione di 873, 386 e di 860 aziende in tre tornate di indagine mensili. Le informazioni sui flussi di entrate programmate dalle imprese riguardano le attivazioni di contratti di lavoro (a tempo indeterminato, a tempo determinato, stagionali, a chiamata, apprendistato, in somministrazione, di collaborazione coordinata e continuativa ed altri contratti non alle dipendenze) della durata di almeno un mese solare (pari ad almeno 20 giornate lavorative) per il trimestre oggetto di indagine.
La domanda di lavoro in provincia di Lucca
Ad agosto la domanda di lavoratori delle imprese lucchesi supera di poco le 2mila unità mostrando un discreto aumento (+8%, +150 unità) rispetto allo stesso mese dello scorso anno, quando queste erano già cresciute, rispetto al 2021, di circa 350 unità.
Rimane però ancora molto elevato il mismatch tra domanda e offerta. Le imprese della provincia di Lucca ritengono infatti sia difficile trovare un lavoratore su due: un valore superiore di ben 4 punti rispetto ad agosto 2022. Tra i motivi dichiarati dalle imprese il più rilevante è la mancanza di candidati (34%), salito di cinque punti percentuali rispetto a dodici mesi fa, seguito dall’inadeguatezza degli stessi (13%, stabile rispetto ad agosto 2022). Considerando le forme contrattuali, al 62% è proposto uno a termine, al 14% a tempo indeterminato al 9% di somministrazione e al 7% apprendistato.
L’aver maturato una precedente esperienza nel settore resta un fattore importante per le imprese lucchesi interessando il 48% delle posizioni offerte. Una pregressa esperienza nella professione viene invece richiesta solo nel 16% dei casi. Le imprese della provincia di Lucca, considerato il peso delle assunzioni nella ristorazione, nella cura estetica e nelle vendite, riservano ai giovani con meno di 30 anni una quota pari a quella degli over 30: il 38%. Per il 21% delle posizioni le aziende preferiscono assumere personale immigrato. I diplomi e le qualifiche professionali continuano a mostrarsi i titoli preferiti dalle aziende. Ad agosto cresce infatti la richiesta di lavoratori con qualifiche e diplomi professionali (+35% rispetto al 2022, 500 entrate) e di diplomati di scuola secondaria (+21%, 690 entrate). Per contro si registra una lieve diminuzione della domanda di laureati (-5%, 190 assunzioni) e di personale senza titolo di studio (-11%, -670 entrate).
Cresce ancora la richiesta nel turismo e nelle costruzioni. Delle 2050 assunzioni programmate ad agosto dalle imprese lucchesi, il 29% (600) sono nell’industria, mentre il restante 71%, 1440 unità, sono appannaggio dei servizi al cui interno spiccano quelli turistici. La domanda di lavoro delle imprese industriali registra una crescita grazie soprattutto alle costruzioni (+33%; +50 unità) a conferma del perdurare degli effetti dovuti agli interventi edili agevolati e dei cantieri del Pnrr, mentre per l’industria manifatturiera e public utilities ci si ferma ad un più contenuto +5% (+20 unità). Crescita percentualmente più lenta per le imprese dei servizi (+5%, +70 unità rispetto a un anno fa) con i servizi di alloggio e ristorazione che, nel tentativo di fronteggiare una domanda molto sostenuta nel periodo agostano, richiedono ben 570 lavoratori (+8%, +40 unità). Nel terziario cresce anche la domanda nei servizi alle persone (+10% rispetto ad agosto 2022) mentre risulta stabile nel commercio. Un lieve calo si registra nei servizi alle imprese, dove la richiesta di lavoratori scende del 3%.
Difficile ad agosto trovare tecnici e operai specializzati. Tra i grandi gruppi professionali, ad agosto, si riscontrano elevate difficoltà di reperimento sia per le richieste di professionisti-tecnici (240 ingressi) sia per gli operai specializzati (600 ingressi) con una quota di posizioni difficili da reperire che sfiora il 70%. A parte questo vi sono però notevoli differenze riconducibili dal diverso tipo di mansione che i lavoratori sono chiamati ad assolvere: mentre nel primo gruppo sono preferiti l’esperienza (nel 46% dei casi) e la laurea (nel 62%) nel secondo gruppo è più richiesta la giovane età (nel 39%) ed il diploma o qualifica professionale (nel 56%). Scendendo nel dettaglio dei dirigenti, professioni con elevata specializzazione e tecnici, il divario domanda-offerta di lavoro risulta fortissimo per le professioni tecniche delle attività turistiche e ricettive, praticamente introvabili, seguite dai docenti di scuola primaria e pre-primaria, (30 ingressi, verosimilmente occupati nell’animazione dei ragazzi durante l’estate, con difficoltà di reperimento che tocca il 65%) e dai tecnici in campo ingegneristico (20 ingressi, difficoltà al 63%) ed tecnici della salute (30 ingressi, difficoltà al 52%).
Disaggregando la categoria degli operai specializzati osserviamo che il mismatch maggiore tra domanda e offerta di lavoro riguarda la filiera dell’edilizia. Praticamente impossibile, infatti, trovare operai specializzati addetti alle rifiniture degli edifici (su 70 ingressi il 97% sono difficili da reperire), a testimonianza della difficoltà di trovare manodopera per concludere i lavori avviati grazie ai bonus fiscali. Le difficoltà di reperimento sono elevate (il 59%) anche per gli operai specializzati nelle costruzioni e mantenimento di strutture edili (60 ingressi). A determinare la richiesta, in questo caso, è quasi certamente la richiesta proveniente dai cantieri aperti grazie ai fondi del PNRR anche se, in prospettiva, pesa il rischio di blocchi per il mancato arrivo degli acconti da parte del governo. Sempre nella filiera delle costruzioni, non ottiene soddisfazione, nel 93% dei casi, la richiesta di operai e artigiani del legno (30 ingressi) ed il 93% dei fabbri ferrai (30 ingressi). Tra gli altri comparti dell’industria lucchese è difficile trovare meccanici, montatori e riparatori (su 80 assunzioni il 73% è di difficile reperimento) e gli elettricisti (su 50 ingressi il 65% è difficile da trovare).
Scende invece il mismatch quando si tratta di impiegati, professioni commerciali e nei servizi. In questo caso le oltre mille figure richieste non vengono trovate in “solo” quattro casi su dieci. Nel 41% dei casi si tratta di personale under 30 e, nel 71% hanno un titolo di studio di livello secondario o professionale. All’interno di questo gruppo le difficoltà maggiori di reperimento si concentrano in due professioni: gli operatori nei servizi di sicurezza (60 ingressi, nel 91% difficili da trovare) seguiti dagli operatori della cura estetica (30 ingressi, il 68% difficili da trovare). Si tratta di una domanda legata prevalentemente al periodo estivo quando l’affluenza dei turisti raggiunge livelli elevati, si svolgono eventi di vario genere, i locali di intrattenimento risultano molto frequentati e le persone si occupano di più della cura del proprio corpo. La quota maggiore di assunzioni, 560 unità, è però appannaggio degli esercenti ed addetti nelle attività di ristorazione, anche se il mismatch si ferma al 42% dei casi. Elevate anche le assunzioni degli addetti alle vendite (180 unità) per una difficoltà di reperimento molto bassa (il 17% del totale).
Sono 190 le assunzioni di personale non qualificato: si tratta per lo più di una domanda rivolta a persone “mature” (il 45% è over 29) con una bassa scolarizzazione (al 77% è chiesta la sola scuola dell’obbligo) e dove la difficoltà di reperimento si ferma al 38%. Le categorie più rappresentative sono quelle del personale nei servizi di pulizia (100 unità) e personale addetto allo spostamento e alla consegna merci (50 unità).