Congresso Cisl Toscana Nord, Massimo Bani confermato segretario

Sindacato a confronto al Real Collegio: "Si deve operare per favorire il ritorno ed il consolidamento del lavoro là dove c’è"

Si è tenuto ieri il congresso della Cisl Toscana Nord al Real Collegio di Lucca. Esserci per cambiare – persona, lavoro, partecipazione per il futuro del paese è stato il tema centrale della giornata con i lavori che si sono aperti con il saluto del sindaco Alessandro Tambellini e del presidente della Provincia, Luca Menesini e che hanno visto la partecipazione di Luigi Sbarra, segretario generale della Cisl Nazionale e di Ciro Recce, segretario generale Cisl Toscana. 

Al termine delle votazioni sono stati confermati Massimo Bani alla guida di Cisl Toscana Nord, Andrea Figaia riconfermato alla guida di Cisl Massa e Alessandra Biagini per Cisl area Pistoia.

Il segretario Cisl Toscana Nord Massimo Bani, ha introdotto il dibattito di fronte a un’ampia platea. “C’è bisogno di maggiori infrastrutture e di rendere il territorio attrattivo con gli investimenti – ha sottolineato Massimo Bani – Purtroppo rimangono gli annosi e gravi contesti della situazione economica ‘ante pandemia’ il cui aggravio pesa sullo stato della finanza pubblica, vero punto dolente della nostra condizione economica; questa situazione si ripercuote sui territori che devono ulteriormente faticare, mettendo così a nudo difficoltà sistemiche ed infrastrutturali locali, ostative di per se di una ripresa che crei anche occupazione stabile. In generale si deve operare per favorire il ritorno ed il consolidamento del lavoro là dove c’è, con una attenzione all’ambiente ed alla sicurezza sui posti di lavoro, a partire dalla escavazione del marmo, ma anche nella logistica, nell’industria ed in ogni altro contesto economico, tendendo in tal modo ad una crescita che impedisca il ripetersi o il verificarsi di accadimenti anche luttuosi verificatisi con frequenza nelle nostre zone”.

“Il congresso – ha concluso Bani – ritiene di chiedere un impegno particolare a tutto il mondo cislino relativamente al tema delle pensioni integrative: occorre trovare risorse utili anche partendo dagli enti bilaterali, ove presenti, ed impegnandosi anche ai livelli superiori per coinvolgere tutta l’organizzazione nella costruzione di una piattaforma utile anche da proporre in una logica unitaria; fornendo ogni aiuto alle categorie che possono usufruire di fondi negoziali previsti dai contratti collettivi. Non ci sarà vero futuro per i giovani senza una pensione integrativa che li aiuti”.

Così Luigi Sbarra, segretario della Cisl nazionale: “Serve una  orte accelerazione sugli investimenti pubblici e privati. La vera grande priorità oggi si chiama crescita, che ci dà possibilità di incidere salvaguardando lavoro con politiche di inclusione e coesione sociale. Abbiamo di fronte sfide importanti, opportunità forse irripetibili, come i fondi in arrivo dall’Unione Europea che noi dobbiamo saper utilizzare fino all’ultimo centesimo per fare grandi investimenti sui temi dell’innovazione della digitalizzazione,  della transizione ambientale ecologica industriale energetica. In una parola significa cambiare il nostro modello sociale di crescita e di sviluppo per lungo tempo dominato dalla finanza speculativo mentre deve tornare al centro il tema del lavoro e la persona. Serve un nuovo moderno patto sociale, da negoziare con il Governo, regioni e associazioni datoriali. Il governo deve avere più coraggio deve valutare uno scostamento di bilancio per sostenere le  persone in difficoltà e il sistema delle imprese che oggi soffre per la mancanza delle materie prime e rialzi energetici“.

Al congresso era presente anche Yulga Yukhno, attivista in fuga dalla Bielorussia che ha parlato testimoniare la sua esperienza – arrestata due volte nella capitale, l’ultima nel luglio, solo per aver diffuso braccialetti con il messaggio Bielorussia libera – e che è in tour in Toscana e in Italia per diffondere il messaggio di pace e per far sapere ai giovani cosa realmente succede al di là di un confine che è solo fittizio. “Ho passato 15 giorni in un carcere a Minsk – ha detto parlato al microfono durante il congresso Cisl – dove eravamo in 18 chiuse in una cella per 4, con il classico trattamento per dissidenti politici: niente doccia, niente passeggiata, niente minimi essenziali confort. Là anche solo per un messaggio social di critica politica rischi di finire in galera per anni. Per questo sono dovuta fuggire e oggi  cerco di far capire cosa sta succedendo, soprattutto alle giovani generazioni”.