Discoteche e locali da ballo chiusi, il Silb Fipe: “Settore al collasso”

L’associazione di categoria: “Situazione drammatica, in fumo il fatturato”
I vertici del Silb Fipe, associazione italiana imprese di intrattenimento da ballo e di spettacolo aderente a Fipe-Confcommercio, si sono riuniti questa mattina (5 gennaio) a Bologna.
“Nell’occasione è stato tracciato il bilancio della situazione che stanno vivendo le imprese che rappresentiamo – spiega il presidente nazionale del Silb-Fipe, Maurizio Pasca -. Una situazione drammatica, che nonostante le rassicurazioni avute poche settimane fa sulle nostre attività vede nuovamente i locali da ballo e le discoteche italiane chiusi per decreto con l’attività ferma proprio in uno dei periodi dell’anno maggiormente importanti. Per questo abbiamo deciso di scrivere una lettera al presidente del Consiglio, Mario Draghi e ai ministri competenti affinché ascoltino le nostre istanze e si facciano carico della sopravvivenza del nostro comparto”.
“Con le imprese già provate dalle conseguenze di questi due anni di chiusure e restrizioni e con il nuovo stop imposto per le festività natalizie e di Capodanno che ha polverizzato circa 200 milioni
di Euro mandando in fumo il 25% del fatturato annuo, l’unica possibilità di superare questo tracollo è la via dei sostegni ministeriali, congrui e immediati – spiegano – Non possiamo più aspettare, né
possiamo accontentarci delle briciole come purtroppo già accaduto nel recentissimo passato, con decreti che promettevano ristori di 25mila euro a impresa e bonifici reali pari ad un terzo. Siamo stanchi e delusi, ma anche consapevoli che alcuni politici e ministri hanno a cuore la nostra situazione. Questo è dunque il momento di dare gambe ai pensieri e di mettere in pratica le parole di solidarietà e vicinanza al settore. Contiamo molto sull’interesse del premier Draghi e dei ministri competenti”.
“Confidiamo – concludono – nella loro sensibilità per uscire da una crisi di cui non abbiamo colpe che sta portando le imprese sull’orlo del fallimento, che ha già lasciato senza occupazione 100mila lavoratori e che rischia di scrivere la parola fine per un intero settore economico”.