La protesta |
In Azienda
/

A Firenze il grido dei commercianti di Confcommercio: “Riaperture dall’1 maggio e basta interruzioni”

13 aprile 2021 | 16:56
Share0
A Firenze il grido dei commercianti di Confcommercio: “Riaperture dall’1 maggio e basta interruzioni”
A Firenze il grido dei commercianti di Confcommercio: “Riaperture dall’1 maggio e basta interruzioni”
A Firenze il grido dei commercianti di Confcommercio: “Riaperture dall’1 maggio e basta interruzioni”
A Firenze il grido dei commercianti di Confcommercio: “Riaperture dall’1 maggio e basta interruzioni”
A Firenze il grido dei commercianti di Confcommercio: “Riaperture dall’1 maggio e basta interruzioni”
A Firenze il grido dei commercianti di Confcommercio: “Riaperture dall’1 maggio e basta interruzioni”

Folta delegazione proveniente dalle province di Lucca e Massa Carrara. Cosentino: “Per qualcuno domani è già troppo tardi per ripartire”

E’ quella di sabato (1 maggio) la data limite indicata dal sistema regionale di Confcommercio e da tutti i suoi associati per la riapertura di tutte le attività commerciali, devastate dagli effetti di 14 mesi di emergenza sanitaria ed economica. E se il governo non darà il via libera, le imprese agiranno in autonomia.

Il messaggio forte e chiaro è stato lanciato questa mattina (13 aprile) dalle diverse centinaia di partecipanti alla manifestazione di protesta andata in scena in via Cavour a Firenze, di fronte al palazzo dove ha sede la Prefettura. Fra loro anche una folta delegazione proveniente dalle province di Lucca e Massa Carrara, un centinaio in tutto fra presidenti di sindacato e semplici operatori di svariate categorie: dalla ristorazione all’abbigliamento, passando per le calzature, i bar, le strutture ricettive, l’oggettistica e altro ancora. Tanti settori diversi, ma con in testa un unico obiettivo: tornare subito a lavorare.

“Perché ci sono imprenditori – ha detto Samuele Cosentino, componente di Fipe ristoratori Lucca durante il suo intervento sul palco – per i quali già domani è troppo tardi per ripartire”. Fra gli interventi anche quello di Piero Bertolani, vicepresidente vicario di Confcommercio province di Lucca e Massa Carrara: “Il tempo dell’attesa è finito – ha detto -: le nostre imprese sono state costrette a chiudere e il virus non è scomparso. È evidente che non fossimo e non siamo noi con il nostro lavoro la causa dei contagi. Vogliamo solo tornare a lavorare, è un nostro diritto”.

Al termine del presidio una delegazione guidata dai vertici regionali di Confcommercio è stata ricevuta dal prefetto di Firenze Alessandra Guidi, al quale è stato consegnato un documento in 11 punti contenente le richieste che provengono dal mondo del terziario toscano, affinché se ne faccia poi interprete col governo. Nel corso della mattinata è stato effettuato anche un collegamento con Roma, dove in parallelo si è svolta una manifestazione nazionale promossa da Fipe Confcommercio, la federazione dei pubblici esercizi.

“Una giornata importante – commentano il presidente e il direttore di Confcommercio province di Lucca e Massa Carrara, Rodolfo Pasquini e Sara Giovannini – che ha visto una nuova e massiccia mobilitazione da parte delle nostre imprese. Lo diciamo da mesi e lo ribadiamo: le aziende sono al collasso e rischiano di morire. Ma la morte del commercio significa anche quella di un intero tessuto sociale e occupazionale. Ora basta con le parole: si permetta ai nostri imprenditori di tornare da subito a lavorare e senza più interruzioni”.