Spaccio negli spogliatoi, condannato calciatore

Era diventato per l’accusa il pusher di giovani calciatori, compagni di squadra o principianti che si recavano all’allenamento al campo sportivo. Con queste accuse un calciatore di 21 anni di Lucca è stato condannato a 3 anni di reclusione e 1.200 euro di multa. La sentenza risale al 5 novembre scorso ed è arrivata durante l’udienza preliminare a seguito di richiesta di patteggiamento inoltrata dall’avvocato del giovane Giovanni Stringari, e accolta dal gup del Tribunale cittadini, Alesandro Trinci.

Per gli investigatori e inquirenti lucchesi il giovane avrebbe spacciato marijuana ai suoi ex colleghi di una squadra di calcio della Garfagnana per un periodo di circa 6 mesi, dall’estate dello scorso anno fino al mese di gennaio scorso, prima di essere scoperto dalle forze dell’ordine. Un episodio in particolare avrebbe messo in modo la macchina della giustizia che è poi risalita all’intera vicenda e avviato l’iter giudiziario: uno degli ex colleghi dell’imputato, anche lui un giovane calciatore, sarebbe stato minacciato e picchiato per via di un quantitativo di “erba” preso e non pagato. A quel punto sarebbero intervenuti anche i genitori del ragazzo minacciato e i dirigenti della squadra di calcio per capire cosa stesse accadendo all’interno degli spogliatoi e da lì le denunce e le indagini che nei giorni scorsi hanno portato alla sentenza di condanna.
Alcuni acquirenti all’epoca dei fatti erano minorenni e le cessioni di marijuana in cambio di denaro sarebbero state sempre di lieve entità ma ripetute nel tempo, stando sempre ai resoconti processuali. Le forze dell’ordine durante le fasi investigative avrebbero anche sequestrato alcuni quantitativi di marijuana e espletato altre attività di indagine che hanno consentito poi di fare piena luce sugli avvenimenti oggetto del procedimento penale. L’imputato avrebbe anche minacciato uno dei suoi ex colleghi con un coltello dopo averlo preso a schiaffi. Inevitabile a quel punto che venisse fuori l’intera faccenda che si è conclusa con la sentenza di condanna dei giorni scorsi in un’aula del Tribunale di Lucca.

 Vincenzo Brunelli