Resta incerto il futuro delle migliaia di lavoratori e lavoratrici Tuodì Dico nella Valle del Serchio. Dopo il 6 luglio, data in cui si è svolto alla sede di Confcommercio di Roma l’atteso incontro con la proprietà per comprendere le soluzioni ed interventi di tutela per tutta l’occupazione diretta e dell’indotto, la novità è la presentazione della richiesta di concordato in continuità che in Lucchesia ha avuto come effetto la chiusura temporanea dei punti vendita di Porcari e Viareggio.
Secondo i sindacati adesso il futuro dei lavoratori rischia di essere appeso ad un filo: “Ieri (12 luglio) ci siamo riuniti nell’assemblea dei dipendenti – commenta Giovanni Sgrò di Uiltucs -. E’ una situazione delicata, ma abbiamo già inviato una lettera al presidente della Provincia Luca Menesini per la richiesta di un tavolo istituzionale. Sono ben 123 i negozi coinvolti in tutta Italia, particolarmente critica la condizione dei punti vendita di Viareggio e Porcari, chiusi fino a data da destinarsi. Sono inseriti in una sorta di black list”.
La preoccupazione per la tenuta occupazionale è altissima: “Abbiamo appreso da alcune testate giornalistiche – proseguono Giovanni Sgrò di Uiltucs e Daniela Ricchetti di Filcams Cgil – , tra cui il Sole24Ore, che a fronte della grave crisi aggravata dalla perdita di ulteriori 40 milioni di euro portando a quasi 450 milioni di indebitamento , l’azienda ha conferito mandato di vendita a Rothschild e all’avvocato Roberto Cappelli per ricercare un’acquirente che dovrebbe rilevare tutta l’azienda, oppure parte di essa. Lo scenario che si presenta è quindi incerto ed ulteriormente complicato, oltre che dal concordato in bianco dichiarato dall’impresa anche dalla possibile vendita a spezzatino e la chiusura cosiddetta temporanea di 123 punti vendita che aumentano la nostra preoccupazione per la tenuta occupazionale. Parrebbe infatti esserci un interessamento del gruppo Aldi che addirittura potrebbe scegliersi i negozi di suo maggior interesse. Ad oggi quindi, nessuna garanzia a tutela dei lavoratori e lavoratrici, nessuna garanzia per i punti vendita nel loro complesso, anzi lo spezzatino dei punti vendita avrebbe una ricaduta con possibili gravi conseguenze anche per la logistica ed i servizi centralizzati”.
Le segreterie nazionali hanno richiesto la convocazione di un tavolo al Ministero dello sviluppo economico, tavolo convocato dal Ministero il 19 luglio al quale parteciperanno un presidio di lavoratori e lavoratrici: “Aspettiamo la giornata del 19 luglio – concludono i sindacati -. Decideremo la dichiarazione di sciopero per quella giornata. Ci sono migliaia di posti di lavoro a rischio che non possono e non devono passare sotto traccia, lavoratori e lavoratrici che sono stati coinvolti loro malgrado in una pesante situazione debitoria che non può tradursi in un dramma sociale”.