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Confartigianato si appella al governo: “Basta chiusure discriminatorie per imprese di estetica”

7 gennaio 2021 | 17:00
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Confartigianato si appella al governo: “Basta chiusure discriminatorie per imprese di estetica”

L’associazione di categoria: “Chiediamo una situazione che consenta alle imprese regolari di operare con serenità”

Dopo il decreto del 3 novembre, che aveva escluso i centri estetici dalle attività di servizi alla persona consentite nelle zone rosse, gli estetisti di Confartigianato Imprese Lucca chiedono che nell’ambito dei prossimi provvedimenti governativi, “non si ripeta lo stesso clamoroso errore che – si legge nella nota – ancora sta facendo sentire i suoi effetti con la pesante penalizzazione subita dai centri estetici nei tanti giorni rossi del periodo natalizio durante il quale ci si dedica con più attenzione alla cura della persona”.

“Questa ingiustificata discriminazione ci danneggia e ci mortifica – scrivono – Oltre a colpire economicamente le nostre imprese, mette a rischio la salute dei nostri clienti, bersagliati dalle offerte degli operatori abusivi che, in quanto tali, non subiscono alcuna restrizione. Riteniamo profondamente ingiusto il trattamento riservato ad una categoria che ha sempre applicato le regole con la massima diligenza ed ha rispettato, in questo periodo di emergenza sanitaria, tutte le misure previste per offrire ai propri clienti le migliori garanzie di sicurezza”.

“Nell’ambito delle attività di servizi alla persona, così come è stata giustamente ritenuta essenziale l’attività di acconciatura, parimenti dovrebbe essere considerata quella di cura del corpo” aggiunge Confartigianato Lucca che ha chiesto di conoscere la ragione che ha motivato la scelta di costringere alla chiusura le imprese di estetica.

“Non ci sono mai state fornite spiegazioni – commentano – ci chiediamo se esistono dati dai quali emerge un significativo numero di contagi nei nostri centri? Se ci sono lI rendano noti, altrimenti chiediamo venga riveduta questa posizione già dal prossimo Dpcm. Anche altre limitazioni hanno colpito tutte le attività del benessere che si sono viste private della possibilità di ricevere i propri clienti residenti in comuni diversi e che hanno dovuto subire le più svariate interpretazioni dei locali organismi di controllo a fronte della chiusura nei weekend delle attività nei centri commerciali”.

Non c’è stata chiarezza – scrive Confartigianato – la confusione ingenerata da queste misure ha danneggiato anche gli acconciatori, nonostante questa attività fosse rientrata nell’allegato 24 del Dpcm del 3 novembre. Questi sono esercizi commerciali e pertanto deve essere chiarito che non rientrano nelle attività soggetta a chiusura nell’ambito dei centri commerciali. Così come deve essere reso esplicito che è sempre possibile lo spostamento tra Comuni per raggiungere il proprio acconciatore/estetista di fiducia. Gli acconciatori non vendono prodotti, i loro servizi sono personalizzati e fiduciari perché non si affida il proprio corpo a chiunque”.

L’appello di Confartigianato al governo è dunque quello di “accogliere le istanze del settore ripristinando nell’ambito dei prossimi provvedimenti una situazione che consenta alle imprese regolari di operare con serenità, nell’osservanza delle regole a tutela della salute dei cittadini e dell’economia del settore e del paese”.

“Per questo – conclude la nota – invitiamo tutti i politici, senatori e deputati, eletti nella nostra circoscrizione, a fare pressione sul governo perché questi errori non si ripetano”.