“Il Monte Altissimo non è in vendita”, gli ambientalisti diffidano Comune e Regione

20 maggio 2023 | 15:20
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“Il Monte Altissimo non è in vendita”, gli ambientalisti diffidano Comune e Regione

L’iniziativa è di un nutrito gruppo di 15 organizzazioni

Piani estrattivi del Monte Altissimo si alza la polemica. Un nutrito gruppo di 15 organizzazioni ambientaliste e civiche, in costante crescita dalle iniziali quattro, hanno deciso di inviare all’ufficio cave del comune di Seravezza, al funzionario regionale responsabile del procedimento autorizzativo e al presidente della Regione Toscana tre diffide formali per invitarli ad adottare atti di propria competenza che, a dire degli ambientalisti, sono stati fino ad ora disattesi.

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Per le organizzazioni “non è più rinviabile l’attivazione di un processo che coinvolgerà anche la Procura della Repubblica” e non escludono che “in seguito la vicenda approdi ad atti legali”.

“Nel corso del procedimento abbiamo formulato numerose osservazioni, segnalazioni e obiezioni – afferma il portavoce delle 15 organizzazioni – non solo per quanto riguarda il rispetto delle norme di tutela ambientale, disattese nei piani che l’azienda infatti ha dovuto cambiare più volte, ma soprattutto pretendiamo imparzialità nell’operato della pubblica amministrazione che, altrimenti, qualora risultasse sbilanciato a favore dell’impresa privata, andrebbe a ledere i diritti dei cittadini. Secondo noi l’autodichiarazione rilasciata da Henraux è priva di qualsiasi valore legale in quanto non formulata a termini di legge. Non comprendiamo il motivo per cui, nonostante le reiterate nostre richieste, non siano stati fatto dagli enti preposti le opportune e preventive verifiche legali. Ricordiamo che pende ancora la sentenza, della quale non è in discussione la sostanza, ma solo l’esecutività in conseguenza dell’appello presentato dall’azienda, che definisce l’azienda ‘occupante senza titolo alcuno’ di ben 7.000.000 di metri quadri di terreni ricadenti sui bacini marmiferi delle Alpi Apuane Versiliesi da restituire al demanio civico”.

“Le prime due diffide – si legge sulla nota – riguardano i funzionari in questione affinché prendano atto che, per l‘assenza di quel titolo, il procedimento autorizzativo va concluso non concedendo l’autorizzazione a scavare. Attività che l’azienda sta svolgendo grazie a proroghe concesse dal Comune e anch’esse contestate dagli ambientalisti”.

“Ci lascia perplessi – proseguono gli ambientalisti – questo inspiegabile atteggiamento degli enti preposti alla tutela del bene pubblico che pare teso a favorire il tentativo del sindaco di Seravezza di definire un accordo con l’azienda di Querceta per chiudere il contenzioso, fondato sulla rinuncia dei terreni da parte del Comune a beneficio del privato in cambio essenzialmente di un pagamento.”

“Questa ipotesi è giudicata ‘irricevibile’ da più parti con lo slogan ‘l’Altissimo non è in vendita’ – si legge sulla nota -. La terza diffida è stata inoltrata al presidente della Regione Giani e riguarda la mancata nomina di un commissario regionale con il compito di approvare lo statuto dell’Asbuc della montagna che il consiglio comunale non ha mai adottato nonostante le sollecitazioni della Regione. E senza il quale a decidere sull’accordo con l’azienda resterebbe il sindaco e la maggioranza che governa il Comune”.