Provincia di Lucca, taglio di 43 cattedre confermato: è protesta in piazza






Davanti all’ufficio scolastico manifestazione di docenti e personale Ata
Classi pollaio e soprattutto taglio di 43 cattedre in provincia di Lucca confermato. Sono questi i principali motivi, ma non i soli, che hanno portato questa mattina (26 marzo) a scendere in piazza Guidiccioni di fronte all’ufficio scolastico provinciale circa 70 tra docenti, Ata, studenti e genitori in occasione della giornata di sciopero e mobilitazione generale del mondo della scuola lanciata da Cobas Scuola con l’appoggio del comitato Priorità alla Scuola.
In contemporanea si sono svolte manifestazioni in 65 città italiane, tra cui Roma, Milano, Napoli, Firenze, Pistoia e Pisa.
“Sia nell’assemblea in piazza che nell’incontro col dottor Di Leo dell’Usp di Lucca – spiegano i rappresentanti di Cobas Scuola – sono state ribadire le seguenti rivendicazioni per una radicale reimpostazione del Recovery Plan per la scuola: eliminazione delle classi pollaio riducendo a 20 il numero massimo di alunni per classe (15 in presenza di alunni diversamente abili); assunzione tramite concorsi per soli titoli dei docenti con 36 mesi di servizio e degli Ata con 24 mesi; investimento massiccio nell’edilizia scolastica, sia per reperire nuovi spazi che per garantire la sicurezza e la riduzione dell’impatto ambientale”.
“Purtroppo – si spiega – il dottor Di Leo ha confermato che il Miur sta dando indicazione di formare le classi con la normativa pre-pandemia rendendo strutturale il taglio di 43 cattedre in provincia di Lucca che c’è stato la scorsa estate. È assurdo che si continui ad applicare la riforma Gelmini per la formazione delle classi che fu prodotto in un periodo di austerità. I manifestanti hanno inoltre rilevato che il governo Draghi nonostante le dichiarazioni iniziali abbia confermato la scelta di chiudere per prime le scuole, a differenza di molti altri Paesi europei che hanno invece garantito la frequenza in presenza in misura molto più significativa”.
“Chiediamo – tuona il sindacato – che sia garantita la scuola in presenza almeno al 50% alle superiori e in toto negli altri ordini di scuola, salvo lockdown totale. La dad sta provocando un incremento dell’abbandono scolastico ed effetti negativi sia a livello psicologico che di apprendimento. Senza dimenticare che la scuola, come emerso anche nell’incontro coi rappresentanti dell’Usp, si è dimostrata, grazie al lavoro del personale e all’attenzione degli studenti nel rispettare le misure anti-contagio, uno dei luoghi più sicuri. Infine i manifestanti hanno richiesto il ritiro del recente accordo che limita ulteriormente il diritto di sciopero nella scuola e l’abbandono di qualsiasi progetto di autonomia regionale differenziata”.