Real Collegio, celebrata la giornata del ricordo – Ft






Questa mattina (10 febbraio), il consiglio comunale di Lucca congiunto con quello provinciale, ha celebrato la giornata del ricordo al Real Collegio, al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale.
“Al Real Collegio che accolse a Lucca gli esuli Istriani Fiumani e Dalmati celebriamo il Giorno del Ricordo – commenta il sindaco di Lucca Alessandro Tambellini -. Di fronte alle tragedie del Novecento dobbiamo chiederci quale sia il senso di essere una comunità nazionale o un popolo. Dobbiamo cercare di dare sempre il nostro meglio per contribuire alla realizzazione del benessere universale, dobbiamo costruire sentieri di pace perché non tornino più gli orrori del passato”.
“Stamani, il Consiglio comunale congiunto con quello provinciale – le parole di Daniele Bianucci -, ha celebrato la giornata del ricordo: la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra. Lo abbiamo fatto al Real Collegio, dove furono accolto più di mille esuli. Nel mio intervento, ho voluto leggere un passo di un libro edito nel 2011, che mi ha segnalato e prestato Gabriele Gabor Cisetti. Ho scelto un pezzo della testimonianza di don Franco Cerri, oggi parroco di Lunata, e che dopo essere fuggito da Zara, fu ospitato proprio nel Real Collegio. E che ancora ci ricorda il dovere dell’accoglienza, nei confronti di chi scappa dalla sua terra perché perseguitato”.
“La seduta odierna del consiglio congiunto tra Comune e Provincia di Lucca ricorda un avvenimento di importanza fondamentale nella storia del nostro paese – l’intervento del consigliere provinciale di alternativa civica centrodestra e componente del direttivo provinciale di Fratelli d’Italia Pietro Frati -. Oggi infatti si commemora il Giorno del Ricordo. Una tale ricorrenza è stata introdotta con apposita legge numero 92 del 30 marzo del 2004. Gli eventi cioè a cui si riferisce l’odierna ricorrenza si sono verificati nel lasso di tempo che va dall’8 settembre 1943 fino al 1947, anno della firma del trattato di pace. Durante questi anni si verificò ad opera dei partigiani di Tito una vera e propria operazione di pulizia etnica nei confronti dei cittadini italiani residenti a Trieste, in Istria, a Zara (Dalmazia)ed in Venezia Giulia. Si badi bene che questa operazione di pulizia etnica non si indirizzò soltanto contro appartenenti al partito fascista o facenti parte delle F.f.a.a. della R.s.i. Tale operazione – prosegue – si indirizzò infatti contro italiani in quanto tali, come insegnanti, possidenti, cantonieri, carabinieri, poliziotti e guardie di finanza, ossia, nei confronti di coloro che rappresentavano lo Stato Italiano ed anche nei confronti di antifascisti non comunisti (come ad esempio i partigiani non comunisti uccisi nella strage di Porzuz ove fu ucciso il fratello di Pier Paolo Pasolini). Una operazione di pulizia etnica di cui non si conosce con esattezza il numero dei morti, sia infoibati (ossia gettati in cavità carsiche, che sono rimaste in gran parte in territorio sloveno) o comunque soppressi, in quanto molti italiani scomparvero senza lasciare tracce. Si parla di un numero di cittadini variante fra i 15mila e 20mila persone. A questi bisogna aggiungere che oltre 200mila persone lasciarono le terre dove risiedevano da secoli e che furono poi rimasti in varie zone d’Italia fra cui anche Lucca. Profughi che in certe zone d’Italia furono accolti malamente in quanto ritenuti fascisti, è anche perché si riteneva che potessero togliere il posto di lavoro ai residenti. Pagina di storia che per troppi anni è stata occultata sia per motivi di politica interna che di politica internazionale in quanto non si voleva creare problemi nei rapporti con la Jugoslavia di Tito, che dopo la sua rottura con Stalin, era visto con simpatia dagli stati occidentali. Per concludere rivolgo un doveroso saluto a tutti coloro che per il solo fatto di essere Italiani hanno subito anni di persecuzioni – conclude -, sono stati costretti ad abbandonare terreni di grande tradizione nazionale ed in molti casi hanno per questo loro essere, subito la morte”.