Mallegni, sprint in scarpe da ginnastica verso il Senato

Inizia in scarpe da ginnastica la campagna elettorale di Massimo Mallegni. La sua candidatura è blindata, di conseguenza il suo posto in Senato. Lo sa bene anche il tre volte sindaco di Pietrasanta, ma non per questo, dice, rinuncerà a quello che sa meglio fare: “amministrare, ascoltare i cittadini e proporre loro soluzioni”. Investito del ruolo di capolista nel listino del proporzionale di Toscana 1 e candidato all’uninominale per il Senato a Lucca e a Massa Carrara, l’azzurro Mallegni, lasciata la poltrona di primo cittadino della cittadina versiliese, ricomincia oggi (31 gennaio) una nuova sfida. “Per riportare Forza Italia – afferma – in primo piano tra i partiti e al governo di Lucca e della provincia, per tradizione bianca ma dove recentemente regna un rosso dilagante”. Lo fa non in un modo qualsiasi ma nel luogo dove dodici anni fa molti erano pronti a giurare che sarebbe finita la sua carriera politica: il carcere San Giorgio.
Era l’alba del 31 gennaio 2006 quando si aprirono per lui quelle porte. Era l’esordio di una “lunga carriera giudiziaria”, “iniziata puntualmente da quando sono sceso in politica, nel 2001”, commenta Mallegni stesso. Soltanto nel 2012 sarebbe stato assolto dalle accuse di corruzione, voto di scambio e associazione a delinquere, che gli erano appunto costate anche un periodo di carcere. “Oggi per me è un giorno doppiamente simbolico – ha spiegato Mallegni, con al fianco il coordinatore provinciale di Forza Italia Maurizio Marchetti, e dall’avvocato Sandro Guerra, che in quel procedimento lo difese -: in queste ore le Corti d’Appello stanno pubblicando le liste dei candidati e io sono qui a lanciare la nostra campagna elettorale. Qui dove tutti pensavano che sarebbe dovuto terminare il mio impegno, io lo rinnovo con l’obiettivo di continuare a rappresentare le istanze del territorio e dei suoi cittadini anche al Parlamento”.
Una investitura a lungo cercata dall’ex sindaco e che questa volta, “dopo 12 anni di inchieste giudiziarie in cui io ho continuato a fare l’amministratore, convinto nel continuare nel mio rapporto diretto con i cittadini e gli elettori”, ha forse superato le stesse aspettative di Mallegni: “Io – osserva accerchiato dai giornalisti -, avevo chiesto soltanto una cosa: di poter essere candidato all’uninominale per il Senato. Mi è stata invece offerta la possibilità che accolgo soprattutto come un grande onore di guidare la lista del proporzionale. Un ruolo che mi impone ancora di più di proseguire nella linea di sempre: incontrare le persone, ascoltarle”.
Per questo “bisogna correre”, ammette il sindaco dimissionario di Pietrasanta: “E’ il motivo per cui oggi indosso le scarpe da ginnastica: voglio visitare tutto il territorio, continuare ad avere un contatto. Sarò spesso – usa l’ironia – anche in Valle del Serchio, dove ho molti amici”, dice Mallegni riferendosi, senza mai nominarlo, alla sfidante del Pd, Andrea Marcucci: “Siamo amici e gli ho detto che arriverà secondo”. “I parlamentari eletti si sono accorti soltanto due giorni fa che esiste il territorio e che da questo per molti di essi dipende l’elezione. Io non ho mai perso questo orizzonte”.
Non è un caso che quello della giustizia sia uno dei tempi portanti della campagna elettorale di Mallegni: “Quello del carcere non è stato un epilogo per me, anzi l’esperienza del mio percorso mi sprona a ritenere che la detenzione preventiva vada applicata soltanto in casi estremi e soprattutto giustificati. E’ del resto pur vero che bisogna fornire alla magistratura gli strumenti e le strutture adeguate perché essa svolta al meglio il suo ruolo. Siamo davanti al carcere: queste strutture che fanno parte del sistema giudiziario devono essere adeguate e ristrutturate. Si pensi al San Giorgio, di cui due terzi non sono accessibili per problemi di agibilità. Gli agenti al suo interno sono costretti anche a fare da psicologi ai detenuti e a tutto questo va posto rimedio”. Certo non poteva mancare una stilettata a Domenico Manzione, sottosegretario che all’epoca dell’arresto fu il grande ‘accusatore’ di Mallegni. Il candidato azzurro non lo nomina mai, ma si limita a dire: “Bisognerebbe chiedere al senatore del Pd e al suo segretario nazionale cosa è accaduto da allora a oggi: forse è scoppiato un amore improvviso”.
Al netto delle polemiche, altro caposaldo del programma elettorale del candidato si conferma il “territorio”: “Non perderò mai il contatto con il territorio e porterò le sue istanze anche in Parlamento, dalle infrastrutture ai trasporti che devono essere assolutamente migliorati, fino alla tutela dei nostri meravigliosi centri storici e del commercio che ne costituisce l’ossatura”. Poi questione centrale è quella del lavoro che secondo Mallegni non può passare da misure “che portino ad abbassare le tasse e a fornire incentivi alle imprese”. “Nel mio Comune ci siamo riusciti – afferma Mallegni -: sono uno dei pochi sindaci in Italia che ha abbassato le tasse, questo è possibile anche a livello nazionale”. Ha le idee chiare anche sull’immigrazione il candidato di Forza Italia: “43 milioni in due anni nella sola provincia di Lucca per l’accoglienza dei migranti sono soltanto un business. Con quei soldi, e ho fatto i conti, potremmo realizzare mille alloggi di edilizia residenziale pubblica e destinarli agli italiani che non sanno dove e come vivere. Dico cittadini italiani, includendo in essi anche coloro che hanno ottenuto residenza e cittadinanza ma per questo è necessario anche cambiare la legge regionale che privilegia gli ultimi arrivati. A Pietrasanta non è stato accolto nemmeno un migrante, perché siamo convinti che dobbiamo essere noi a invadere l’Africa: non con le armi, ma con la solidarietà, gli investimenti, l’istruzione, il lavoro”.
E ora bisognerà convincere gli elettori. Prima di tutto per battere l’astensionismo: “E’ necessario che i cittadini si rechino a votare, noi vogliamo che sia la gente a vincere con noi e questo è l’unico modo – ha detto Mallegni -: Vogliamo che Forza Italia torni ad essere il primo partito, e che torni a governare a Lucca e nella provincia. Le forze per aspirare ad un prossimo governo della città ci sono tutte e in un certo senso la mia candidatura al Senato ha proprio questo ruolo: preparare il terreno e renderlo fertile perché questo accada”.