Torna al teatro Colombo di Valdottavo l’opera rock ‘Maria Antonietta – The Queen’

Scritta e ideata da Debora Lemetti e interamente realizzata dalla scuola di danza, musica e teatro Centro d’arti di Gallicano, di cui è direttrice
Dopo il grande successo tenutosi lo scorso novembre torna in scena sabato 2 marzo alle 21,15 e, in replica, domenica alle 16,30 al teatro Colombo di Valdottavo Maria Antonietta – The Queen, la storia che racconta alcuni dei momenti più salienti dell’ultima Regina di Francia, Maria Antonietta, attraverso i brani dei Queen.
Un’opera rock in due atti, scritta e ideata da Debora Lemetti e interamente realizzata dalla scuola di danza, musica e teatro Centro d’arti di Gallicano, di cui è direttrice. Un progetto nato circa un anno fa su cui hanno lavorato, oltre ad alcuni degli allievi della scuola anche vari docenti, tra cui la vocal coach Monica Pera.
A rappresentare Maria Antonietta di Francia è la cantante Benedetta Giampietri che sarà affiancata da Federico Lorenzi, nel ruolo del Re Luigi XVI, da Francesco Bacci, che interpreterà il Conte Fersen, e da Elena Bertoncini che sarà la madre Maria Teresa D’Austria, mentre Michela Angeli e Paolo Del Grande daranno vita alla Contessa De Brun e al Cardinale che, insieme al Rivoluzionario Danton, che sarà interpretato da Cristiano Pellini, guideranno il popolo francese fino alla rivoluzione e al tragico epilogo. Le coregrafie saranno interpretate dagli allievi più grandi della sede di Gallicano e Valdottavo della scuola Centro D’arti.
“L’idea nostra è stata quella di portare sul palco un personaggio storico – sono le parole di Debora Lemetti – rivisitandolo e cercando di cogliere l’essenza di tutte le fasi che hanno contraddistinto il suo cambiamento di vita, dalla apparente frivolezza alla consapevolezza dell’importanza del ruolo che avrebbe dovuto mantenere, a discapito dei propri reali sogni. Una storia che sembra lontana da noi ma che ancor’oggi purtroppo ci è vicina ed è per questo che vogliamo dedicare lo spettacolo a tutte le donne costrette, a volte, a rinunciare al loro essere, per colpa di una società che impone loro dei ruoli che non appartengono alla loro anima”