Il ‘Pinocchio’ del Teatro del Carretto ammalia ancora: la nuova tournée al via con il successo di Castelnuovo

27 gennaio 2024 | 15:59
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Il ‘Pinocchio’ del Teatro del Carretto ammalia ancora: la nuova tournée al via con il successo di Castelnuovo

Uno spettacolo fra i più amati della compagnia sempre vero, sempre dilaniante, sempre sull’orlo dell’abisso

Ridi, Pagliaccio, sul tuo amore infranto! Il Pinocchio di Coll… di Maria Grazia Cipr… il pinocchio interpretato da Giandomenico Cupaiuolo domenica sera (21 gennaio) al Teatro Alfieri di Castelnuovo Garfagnana è, dal dicembre del ‘17 quando ha iniziato la sua tournée, uno tra i titoli più amati dal pubblico della Compagnia Teatro del Carretto.

Da quando la regista Maria Grazia Cipriani e lo scenografo Graziano Gregori si sono incontrati, nel 1983, Il Teatro del Carrettoè sinonimo di sguardo critico, spirito destrutturante, ricostruzione e riproposizione di linguaggi e messaggi di opere cardine del pensiero e del teatro occidentale, come è stato per Biancaneve, Iliade, Odissea, Amleto, Le mille e una notte, solo per citarne alcuni.

Non poteva non accadere, così, che il burattino che si è agitato sul legno del palco, ora sciocco, ora saggio, ora dolente, ora ripetitivo e poi frustato, derubato, deriso, amato, non lasciasse gli spettatori colpiti e ammaliati.

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Mentre un geppetto che si manifesta solo nelle evocazioni del “‘su figliolo”, incarnato in una giacca che finalmente il burattino abbraccia quasi al termine della vicenda, è uno dei tratti più sfidanti di questa rivisitazione dell’amatissima favola. Una presenza inquietante, spoglia e simbolica nei mille rimandi letterari ed esistenziali di questo mantello, sempre citata ma impalpabile, irraggiungibile, inesistente come talvolta i padri sono.

Ma il gioco principale è quello costituito, come nella poetica scenografica del Carretto, dal palco che si anima di mani, piedi, porte e finestre che sbattono e riversano in scena ora oggetti, ora maschere, ora personaggi. Tutto questo accade anche per Pinocchio, prigioniero costretto in un cerchio, che è palco, nella realtà e nella drammatizzazione; che è arena, stanza, balena, luogo fatato e turchino, dove si ripete (sembra) all’infinito la storia del burattino al quale “cadono addosso mille sventure”.

Sventure dalle quali non è capace di ripararsi se non grazie all’amicizia, all’amore, all’affetto, alla fraternità di una fatina (Elsa Bossi) che però non è altro, alla fine, che uno dei personaggi di questa compagine che abbraccia, abbandona, frastorna, imprigiona Pinocchio, e dalla quale riesce a liberarsi solo alla fine della sua vicenda di burattino.

Quando (forse?) diventa bambino ed esce dall’arena, taglia i fili, taglia la corda e lascia tutti quei personaggi che ha incontrato nella stessa identica posizione nella quale erano proprio all’inizio dello spettacolo. Uno spettacolo di burattini, infatti.

“Avventura onirica, notturna, di una notte definitiva, dove il giorno è solo recitato da sarcastici lampi temporaleschi e il destino del grande burattino si rivela, letteralmente, teatrale.”, si legge nelle note di regia di Cipriani, che racchiudono tutto lo spirito disperato e grottesco di questo spettacolo sempre vero, sempre dilaniante, sempre sull’orlo dell’abisso, proprio come Lauretta nel Gianni Schicchi.

O mio babbino caro, Mi piace è bello, bello; Vo’ andare in Porta Rossa a comperar l’anello! Sì, sì, ci voglio andare! E se l’amassi indarno, andrei sul Ponte Vecchio, ma per buttarmi in Arno! Mi struggo e mi tormento! O Dio, vorrei morir!

Pinocchio
da Carlo Collodi
adattamento drammaturgico e regia: Maria Grazia Cipriani 
scena e costumi: Graziano Gregori
suono: Hubert Westkemper
luci: Angelo Linzalata
foto di scena: Filippo Brancoli Pantera
interpreti: Giandomenico Cupaiuolo, Elsa Bossi, Giacomo Pecchia, Giacomo Vezzani, Nicolò Belliti, Ian Gualdani, Carlo Gambaro, Filippo Beltrami.

Il prossimo appuntamento con Pinocchio è al teatro Vascello di Roma da martedì 6 a domenica 11 febbraio (martedì, mercoledì, giovedì e venerdì alle 21; sabato alle 19; domenica alle 17).

Testo e foto di ab