In Sala Suffredini il saggio ‘Elogio dei diritti e dei doveri culturali’

24 novembre 2023 | 08:29
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In Sala Suffredini il saggio ‘Elogio dei diritti e dei doveri culturali’

Francolino Bondi, presidente del consiglio comunale di Castelnuovo di Garfagnana invita domenica (26 novembre) alle 16 nella Sala Suffredini in Piazzetta Ariosto alla presentazione del saggio scritto dalla dottoressa Monica Amari Staglieno Elogio dei diritti e dei doveri culturali. A difesa della democrazia (Rubbettino Editore, 2023).

Ad aprire con i saluti istituzionali il sindaco Andrea Tagliasacchi, poi dialogano con l’autrice Niccolò Roni, consigliere delegato alla cultura del Comune di Castelnuovo di Garfagnana e il marchese professor Emilio della Fontanazza giurista esperto in diritto nobiliare.

Un saggio che richiede il riconoscimento e il rispetto della categoria dei diritti e dei doveri culturali e l’esigenza di un garante che li tuteli. Può la conoscenza, nella società contemporanea sempre più influenzata dalle tecnologie digitali e dalla intelligenza artificiale, essere riconosciuta un diritto collettivo e venire tutelata da un garante? A sottolinearne l’esigenza è Monica Amari nel libro Elogio dei diritti e dei doveri culturali in cui spiega e analizza come questi diritti appartengono alla grande famiglia dei diritti umani.

La dichiarazione universale dei diritti dell’uomo li affianca ai diritti economici e sociali (articolo 22), ritenendoli indispensabili per la dignità e lo sviluppo della personalità di ciascuno di noi. Eppure nessuna Costituzione, neanche quella italiana, li riconosce come una categoria autonoma. Perché? Il processo che sta avvenendo all’interno della società dimostra come sia necessario ipotizzare un modello di Stato dove la generazione, l’accessibilità e la redistribuzione delle conoscenze devono diventare l’obiettivo primario, al di là di qualunque credo politico o qualunque ideologia.

Rifacendosi a Norberto Bobbio per il quale i diritti nascono quando devono e possono nascere, è arrivato il momento di inserire la dimensione culturale all’interno dei principi fondamentali della Costituzione, abbinandola a quella economica e sociale lì dove viene citato il principio di solidarietà (articolo 2) e dove viene proclamato il principio di eguaglianza (articolo 3).

Il riconoscimento formale dei diritti e dei doveri culturali, richiesto anche attraverso il Movimento per il riconoscimento dei diritti e dei doveri culturali, appare necessario per ripensare una Italia fondata sul sapere, sulla ricerca, sulle competenze e sul merito in una società profondamente trasformata dal paradigma digitale, dalla quarta rivoluzione industriale e dai flussi migratori.

Per capire come mai questi diritti siano stati ignorati bisogna riandare alla fine della seconda guerra mondiale quando la comunità internazionale, in piena decolonizzazione, percepì il concetto di diversità come un pericolo e non volle stilare un catalogo dei diritti e dei doveri culturali.

L’autrice si interroga sulle cause di questa disattenzione e si rifà alle diverse posizioni dei padri del costituzionalismo moderno europeo, Rousseau e Condorcet. Se il primo abbina polemicamente il disprezzo delle donne al disprezzo della cultura il secondo è persuaso che solo l’educazione, unita a un giusto riconoscimento della figura femminile e a un’opinione pubblica informata, può fare progredire la società. La nascita dei populismi culturali per i quali si può governare senza avere le competenze necessarie, il proliferare di una informazione legittimata solo dalla condivisione sui social, l’abbassamento dei livelli educativi, il taglio dei finanziamenti alla ricerca dimostrano la necessità di un riconoscimento formale all’interno della Costituzione dei diritti e dei doveri culturali. Per non parlare del problema della povertà educativa e delle disuguaglianze culturali in un mondo dove non si promuovono opportunità di apprendimento continuo per tutti e delle difficoltà del nostro paese nell’esprimere e nel formare una classe politica adeguata alle complessità della società contemporanea.

Questi esempi – ma se ne potrebbero citare molti altri quali il mancato sussidio durante la pandemia dovuta a Covid-19 ai lavoratori dello spettacolo o il taglio dei finanziamenti alla ricerca o gli scarsi risultati degli studenti italiani alle prove Invalsi nelle materie matematiche e scientifiche – sono la conseguenza di una mancata presa di coscienza dell’esistenza dei diritti e dei doveri culturali che è arrivato il momento di colmare.

Monica Amari, saggista, studiosa di politiche culturali, ha promosso il Movimento per il riconoscimento dei diritti e dei doveri culturali (www.diritticulturali.org)

Tra le sue pubblicazioni: Elementi di progettazione culturale. Metodologia e strumenti per il rispetto dei diritti culturali
(2017); Manifesto per la sostenibilità culturale. E se, un giorno, un ministro dell’economia venisse incriminato per violazione dei diritti culturali? (2012).

È presidente di Armes Progetti, un network di ricercatori indipendenti – www.armesprogetti.it. È co-fondatore del Festival Paganiniano di Carro.

La cittadinanza è invitata: ingresso libero fino ad esaurimento posti.