Bagni di Lucca, in tanti a Villa Webb per il 93esimo “Milaniano”

Sono intervenuti Fabrizio Giovannini, dirigente sportivo e animatore, Emanuele Piccini, giornalista vaticanista e l’autore Alessandro Mazzerelli
Bagni di Lucca, mercoledì scorso (19 luglio) si è rinnovato il 93esimo evento Milaniano nel piazzale di Villa Webb.
L’appuntamento, iniziato alle 21,15 con il saluto dell’amministrazione comunale che ha patrocinato l’iniziativa, è proseguito con l’intervento di Fabrizio Giovannini, dirigente sportivo e animatore della manifestazione. E’ quindi intervenuto Francolino Bondi, presidente del consiglio comunale di Castelnuovo Garfagnana, che ha ricordato l’importanza del “centenario milaniano (1923-2023), che fa capo a un insegnante e un prete molto particolare” ed ha affermato che lo scrivente ha dedicato la vita a testimoniare il Decalogo di Barbiana, di cui esalta il contenuto, e l’intero “sogno” del profeta.
Emanuele Piccini, giornalista vaticanista, ha ricordato “che sono stato tenuto nell’oblio per decenni”, e “che Don Milani era ancorato alla tradizione cattolica”. Ha evidenziato “la forza etica del Decalogo”, affermato “che Barbiana non è esportabile” e che “Mazzerelli conclude alla grande il mosaico della personalità del profeta”.
La parola è poi passata allo scrittore Alessandro Mazzerelli con una lunga e dettagliata relazione. “Sono partito da 61 anni or sono, alle ragioni della nascita della Forza del popolo, l’associazione a cui Don Milani farà aderire tutti i suoi ragazzi. Ho illustrato poi il celebre convegno pratese del 1964, la cui clamorosa reazione comunista indusse Don Milani a chiamarmi, dicendomi: ‘Sei te che hai fatto tutto quel casino a Prato?’. Alla risposta affermativa, fece seguito il ‘vieni subito a trovarmi'”.
“Ho parlato, quasi dettagliatamente, dell’incontro del 31 luglio 1966 – prosegue – ricordando come si sono manifestate tutte le profezie, da quella sul comunismo, a quella sull’imperialismo. L’accordo con il priore e la reiterata promessa di non tradirlo. L’aiuto ricevuto, per riscattarlo dall’infamia – dopo morto – di essere ‘un comunista che combatteva una chiesa asfittica e crudele’ da parte di padre Reginaldo Santilli e don Luigi Giussani e l’importante convegno di Pozzo della Chiana del 1977, che vide don Giussani parlare insieme a me. Era presente anche il vescovo di Arezzo, monsignor Cioli, in difesa della memoria del più grande profeta cattolico del secolo scorso”.