Sicurezza, il Questore Edgardo Giobbi: “Impensabile che in una grande città non accada nulla, ma la Polizia è in prima fila per la prevenzione dei reati”

Reati in calo o stabili in provincia di Lucca, crescono i controlli e le misure messe in campo. Sotto la lente la situazione di piazza San Michele: "Tutto quello che la legge ci consente è stato fatto"

I numeri non dicono tutto, ma a volte servono. E i numeri dicono, sul fronte della sicurezza, che nel complesso i reati in provincia di Lucca sono in calo o comunque non sono in crescita, con la sola controtendenza dei furti di appartamento nel territorio del comune di Lucca e non della provincia nel suo complesso.

E l’attività di prevenzione, a fronte di una percezione da parte della cittadinanza che può essere distorta anche da un concetto di ‘quieto vivere’ da (ex) città di provincia, cresce sensibilmente, così come gli strumenti messi in campo come deterrenti dei reati che più affliggono la città, oppure semplicemente come strumenti di generalprevenzione.

Partiamo dal primo semestre del 2024 e dai dati della Questura di Lucca. Gli arresti sono stati 26 (a fronte dei 20 dell’identico periodo del 2023), le denunce 296 (erano stato 276), le persone controllate 30318 (più del doppio rispetto a 15034), i fogli di via obbligatori 124 (67), i Daspo urbani 40 (2), gli espulsi con accompagnamento al Cpr o alla frontiera 17 contro i 14 del semestre del 2023.

Ma allora perché il tema sicurezza resta al centro del dibattito cittadino come emergenza assoluta e, apparentemente, irrisolvibile?

Ne abbiamo parlato con il Questore di Lucca, Edgardo Giobbi, alla vigilia di un Ferragosto fra i più caldi degli ultimi anni.

“Da quando mi sono insediato – spiega – fatti eclatanti di reato nella città di Lucca non ce ne sono stati. A memoria il fatto più grave dal punto di vista dell’aggressività criminale è la donna scippata a Viareggio con frattura di anca e femore. Una situazione, quella lucchese, neanche paragonabile anche solo a realtà molto vicine come Pisa. È ovvio che in una realtà come Lucca si sente come più grave un fatto che riguarda il cittadino da vicino. Il livello di insicurezza viene dato, insomma, da alterazioni del quieto vivere, che è una situazione ideale, fatta di aspettative che non sempre trovano riscontro nella realtà. Il cittadino, su questo, dovrebbe fermarsi a meditare. Non si può immaginare, infatti, che in una città di 86mila abitanti non ci sia alcuna turbativa: è normale che ci sia qualcosa che possa disturbare. Il nostro compito è quello di andare in prevenzione e rispondere celermente alle situazioni che si vengono a verificare”.

“Da questo punto di vista – spiega il Questore – sono stati azionati diversi rimedi, in particolare per il centro storico e per le situazioni più eclatanti come quelle di piazza San Michele e piazza Santa Maria. Da prima di Natale rispetto alle tre volanti in azione in centro ho inserito al fianco di due vetture una pattuglia appiedata in centro, che può segnalare situazioni anche nelle strade pedonali e meno trafficate. Da tempo abbiamo poi azionato i controlli a tappeto alla stazione, i vecchi ‘pattuglioni’. Tutto questo può diventare in modo molto rapido un sistema di supervisione rispetto a situazioni criminali. Abbiamo effettuato tanti servizi, anche con il nucleo cinofilo e altri rinforzi, e siamo intervenuti a più riprese, anche individuando qualche irregolarità con tanto di invio al Cpr. Ovviamente, nel caso della stazione, la sola idea che un insieme di extracomunitari si ritrovi in un posto non deve far pensare immediatamente a situazioni di pericolo: questo rappresenta un approccio non corretto”.

“A Lucca, peraltro – prosegue il Questore – ho trovato un sistema virtuoso: c’è l’ottimo ruolo di cabina di regia della Prefettura, un ottimo rapporto con le altre forze di polizia e un ottimo rapporto con il Comune che è parte attiva di questo sistema e che ci fornisce informazioni molto utili che permettono di intervenire celermente e ottenere dei risultati. Abbiamo addirittura deciso di lavorare in sinergia con la polizia locale per servizi congiunti di prevenzione, come per esempio, anche recentemente, in piazza San Michele. Ringrazio molto anche l’Arma dei Carabinieri: loro hanno questi presìdi costituiti dalle stazioni che sono fondamentali per la sicurezza dei cittadini e svolgono un lavoro egregio. Tutte queste realtà travasano molte informazioni utili alla Questura: pensate cosa sarebbe per la Garfagnana, o per Altopascio, se non ci fossero i Carabinieri. Sono un grande punto di riferimento per tutti”.

Già, piazza San Michele, una delle situazioni più di frequente sotto la lente della polizia e in generale delle forze dell’ordine.

Tutto quello che la legge ci consente è stato fatto – dice il Questore Giobbi – In questo il senso di responsabilità della questura di Lucca è incontestabile perché ad ogni situazione abbiamo risposto nel migliore dei modi. Poi ci sono questioni che sfuggono al nostro controllo e anche ai nostri compiti. Poniamo il caso dell’extracomunitario che più volte si è reso protagonista di situazioni di pericolo in città, anche con aggressioni fisiche ai danni di cittadini che passavano nelle sue vicinanze. Questo soggetto è irregolare sul territorio ma gode di un permesso di soggiorno con percorso di cura rilasciato dalla commissione rifugiati di Livorno. Nonostante sia stato segnalato da noi che non segue alcun percorso di cura, il permesso gli è stato rinnovato ugualmente. Nonostante sia pericoloso, come ha dimostrato il fatto che aggredisce le persone, attualmente non è idoneo a stare in galera ed è inespellibile. Abbiamo riscritto, per questo, alla commissione: al momento in cui, eventualmente, gli venisse revocato il permesso di soggiorno lo prenderemo e lo porteremo al Cpr per l’espulsione. Io, solo per fare un esempio, firmo decine di misure di prevenzione ogni giorno. Se poi le pene non sono applicate è chiaro che creano, anche nei soggetti ai quali vengono emesse, un senso di impunità”.

“L’altro caso eclatante di piazza San Michele (il terzo è in carcere dopo l’aggressione alla Buca di Sant’Antonio, ndr) – spiega il Questore – ha oltre 40 denunce penali per reati che prevedono una pena da sei mesi a due anni. Inoltre è stato colpito dal Daspo aggravato, che gli vieterebbe di stare all’interno delle Mura di Lucca. Lui colleziona violazioni del Daspo, ma contina a stare lì, visto che non è possibile procedere con l’arresto in flagranza in quanto la pena edittale è inferiore a quanto previsto dalla legge per quel tipo di intervento. Si attende, insomma, che ci sia un processo”.

La prevenzione riguarda anche i controlli su strada. E qui, per Lucca, i numeri sono da podio nazionale, come dice il Questore: “Sulla provincia di Lucca arriviamo al numero di 500 identificati per turno di volante. Questo significa 500 persone a cui abbiamo chiesto un documento ogni giorno. La gente che gira in provincia di Lucca, in questo modo, sa che può essere fermata in qualunque momento, Se c’è un gruppo di ladri sa che lo possiamo trovare, come è successo con un gruppo di donne, che si dichiaravano minorenni, che venivano dalla provincia di Roma per fare furti in appartamento, perché tutti sanno che a Lucca le case non sono protette. Ecco, questo è un errore che andrebbe evitato: al di là dell’azione di controllo e prevenzione occorrerebbe proteggere meglio le proprie abitazioni, con serrature idonee. Anche in questo senso è utile la collaborazione e la sensibilizzazione del cittadino”.

Fra le misure di prevenzione messe in campo anche il nuovo sistema di videosorveglianza allo stadio: “Anche il Comune ha convenuto – dice il Questore – sulla necessità di identificare le persone e monitorare tutto lo stadio per eventuali riconoscimenti e questo consentirà un’apertura completa dello stadio un po’ come è successo a Bergamo nonostante la tifoseria di quella località sia considerata fra le più pericolose d’Italia. Fino all’anno scorso era in funzione un sistema del tutto inutile e per questo, se non si fosse fatto l’intervento, io non avrei dato più il nullaosta per lo svolgimento delle manifestazioni sportive. Ora avremo un sistema di gestione dell’impianto di livello molto elevato, che non moltissime realtà di questa categoria hanno in Italia”.

Un ultimo cenno va a due altri temi potenzialmente caldi per il territorio. Il primo è quello della criminalità organizzata.

“In provincia di Lucca – spiega Edgardo Giobbi – ci sono sempre state alcune famiglie vicine alla criminalità organizzata ma, al momento, non vedo il rischio di situazioni di infiltrazioni, mentre del tema del riciclaggio e degli investimenti se ne occupa efficacemente la Guardia di Finanza. Non è ravvisabile una pressione criminale visibile e tangibile, insomma. Per quanto riguarda situazioni strutturate, che possono essere anche di natura mafiosa, nell’ambito del traffico di sostanze stupefacenti, per diversi motivi al momento non posso rispondere sul tema” .

Ultimo cenno al fenomeno delle baby gang: “C’è un’aggressività di strada nelle nuove generazioni che porta a una criminalità pericolosa – chiosa il Questore – Una violenza che, ahimè, potrebbe portare presto a situazioni potenzialmente irrecuperabili. A Lucca sulla questione siamo intervenuti e abbiamo fatto smettere sul nascere certe situazioni. Per ora è un fenomeno piuttosto attivo in Versilia, ma anche in questo caso sono importanti gli strumenti di prevenzione. Interveniamo, ad esempio, con le chiusure di locali ai senti dell’articolo 100 del Tulps e con i controlli con gli elicotteri pronti a intervenire in caso di necessità”.

Prevenzione, collaborazione con i cittadini, repressione solo come extrema ratio. Questi, insomma, i cardini dell’azione degli agenti della Questura di Lucca impegnati ogni giorno h24 per la sicurezza della città.

Ha collaborato Paolo Pinori

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