Apuane Libere: “Il lago di Isola Santa sta morendo dall’inquinamento”

Scatta la denuncia dell’organizzazione di volontariato
L’organizzazione di volontariato Apuane Libere ha inviato una richiesta di intervento statale al Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica a Roma per denunciare “l’inquinamento della sorgente idropotabile ‘La Pollaccia’ sita nel comune di Stazzema in provincia di Lucca, già acquistata dal comune di Firenze alla fine del 1800 per la salubrità delle proprie acque”.
“Dopo l’evento temporalesco di qualche giorno fa – fanno sapere dall’associazione ambientalista – allo sbocco della risorgenza carsica che ha luogo nei pressi dell’omonima grotta censita, l’imbiancamento dell’acqua è stato ingentissimo ed inequivocabilmente dovuto alla segagione del marmo, chiamata in gergo Marmettola, proveniente dai piazzali di cava e dalle gallerie dei siti estrattivi della zona. Le immagini ed i video prodotti alla confluenza della sorgente con il torrente Turrite Secca, stanno a testimoniare che le enormi quantità di fanghiglia bianca, probabilmente contenente metalli pesanti, andando infiltrandosi giornalmente dentro le fratture presenti nei tagli di cava, stanno portando l’inquinamento nella falda sotterranea; non solo contaminando le sorgenti captate della zona, ma uccidendo letteralmente tutti gli ecosistemi presenti in zona”.
“Dopo un duro lavoro svolto per mesi e mesi dai nostri volontari in questo territorio al confine tra i comuni di Stazzema e Careggine– spiega Gianluca Briccolani, presidente di Apuane Libere – abbiamo presentato delle prove schiaccianti che indicano in maniera inequivocabile che la falda acquifera della zona è completamente satura di marmettola potenzialmente inquinata da altre sostanze rilasciate al momento del taglio della montagna. Il monitoraggio sul campo dei nostri soci volontari, inoltre, si è concentrato sul lago artificiale di Isola Santa, dove il bianco della polvere di marmo depositata è talmente abbagliante da mettere a rischio tutte le economie turistico-ricettive ed ittiche della zona, dove purtroppo il ceppo autoctono della trota Fario ivi presente non si riesce più a riprodursi come prima”.
“A nostro avviso – continua il presidente – il bellissimo lago di Isola Santa sta letteralmente morendo, vittima di quel banditismo lavorativo che vige nel settore lapideo apuano, il quale, con la compiacenza di quei dirigenti e amministratori che governano il territorio apuano a tutti i livelli, sta severamente minacciando anche tutte quelle economie sane che gravitano intorno all’antico borgo, il quale senza la bellezza delle acque turchesi del lago sono probabilmente destinate alla chiusura. Da oggi, carabinieri forestali, agenti guardiaparco, ingegneri del comune di Stazzema, della Regione Toscana e tecnici Arpat a cui abbiamo inviato l’ esposto ambientale, devono adoperarsi urgentemente per tutelare la salute degli abitanti che attingono alla falda della zona, procedendo rapidamente in quell’impellente risanamento ambientale della fonte della Pollaccia che rappresenta non solo un geosito di interesse Regionale, ma la seconda sorgente di tutte le Alpi Apuane per portata d’acqua”.
“Ci auguriamo – conclude Briccolani – che anche la magistratura faccia la sua parte istituendo un fascicolo in procura che assicuri alla giustizia coloro che hanno commesso tale reato e che condanni loro per aver messo a repentaglio un bene così prezioso e manchevole come l’acqua sorgiva”.