L’intervento di chirurgia plastica ai seni non va a buon fine: medico condannato al risarcimento

Oltre 30mila euro per danno non patrimoniale e morale alla paziente. Pagherà l'assicurazione

Si opera per sistemare alcuno problemi estetici ai seni ma l’intervento non va a buon fine, medico condannato a risarcire la paziente per oltre 30mila euro.

Così ha deciso il tribunale di Lucca in composizione monocratica su una vicenda che risale al 2019. La donna si sottopone a un intervento di mastoplastica additiva ma il chirurgo, discostandosi, come verrà verificato dal giudice, dal consenso del paziente, compie un diverso intervento (la cosiddetta mastopessi), provocando un peggioramento estetico. Oltre all’assenza di un consenso informato un procedimento di accertamento tecnico preventivo ha ratificato l’inesatta esecuzione dell’intervento chirurgico, che ha provocato asimmetrie tra i seni ed inestetismi come cicatrici evidenti sulla pelle nella zona operata.

Il chirurgo plastico per difendersi ha asserito, invece, che le ghiandole mammarie della paziente erano state già compromesse dall’esito infausto di due precedenti interventi, uno dei quali avrebbe impiantato protesi troppo grandi e quindi incompatibili con la massa corporea della paziente. Di lì la decisione di ricorrere a un intervento teso a risolvere il problema di seni cadenti derivato da precedenti operazioni.

Il giudice, tutto valutato, ha riconosciuto il danno non patrimoniale come percentuale di invalidità permanente al 12 per cento in relazioni a situazioni dinamico relazionali e il danno morale, inteso come patema d’animo e sofferenza soggettiva interiore, parametrato all’età della paziente (inferiore ai 40 anni) pari a poco più di 30500 euro.

Nella complessa vicenda il giudice Giampaolo Fabbrizzi ha riconosciuto la responsabilità in solido della struttura sanitaria e del medico, che dovranno quindi risarcire il danno arrecato. Sempre il giudice ha riconosciuto come sia l’assicurazione del medico (una volta accolta la domanda di rivalsa proposta dalla clinica per ‘colpa grave’ del sanitario) a dover pagare la ricorrente mentre l’assicurazione della struttura sanitaria è tenuta a tenere indenne la stessa da ogni pagamento in favore della paziente. Respinta, infine, la domanda riconvenzionale del medico che chiedeva il pagamento dell’intervento, ovvero della prestazione sanitaria svolta dal medico chirurgo nella clinica.

Sempre medico e clinica saranno tenute a rifondere sia le spese di lite e perizia alla paziente per oltre 10mila euro. L’assicurazione e il medico dovranno invece rifondere le spese di lite della clinica per oltre 7600 euro ed infine l’assicurazione del medico dovrà corrispondere le spese di lite dello stesso, per oltre 3800 euro.

Trattandosi di una decisione di primo grado ciascuna delle parti potrà chiedere appello per vedere riformata la sentenza.

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