Arrivato a Lucca il nuovo questore Edgardo Giobbi: “Priorità a prevenzione e servizi al cittadino”

Aggressioni in ospedale e questione movida sul tavolo del nuovo dirigente della pubblica sicurezza

Investire sulle attività di prevenzione e rendere più fruibili i servizi al cittadino. Sono queste le linee che guideranno l’operato del nuovo questore di Lucca Edgardo Giobbi, che oggi (20 novembre) ha assunto ufficialmente l’incarico prendendo il posto di Dario Sallustio, destinato ora alla guida della polizia di Vicenza.

Linee che dovranno essere riadattate alle specificità del territorio provinciale, e quindi che dovranno fare i conti, in primis con le aggressioni negli ospedali. Una priorità questa per il nuovo dirigente generale della pubblica sicurezza, che dopo aver incontrato sindaco e prefetto – anch’esso appena insediato – vorrà incontrare gli ordini professionali, per ascoltare le esigenze delle categorie e capire come e dove concentrare maggiormente le attività della questura. Il tutto nella massima trasparenza nei rapporti con la stampa, che Giobbi ha subito voluto incontrare per instaurare fin dai primi giorni un dialogo con il mondo dell’informazione, che per il nuovo questore rivestirà un ruolo cardine per la diffusione delle attività di polizia sul territorio.

Territorio che il dirigente della pubblica sicurezza conosce già in parte, avendo frequentato l’accademia e l’università a Pisa e avendo bazzicato, negli anni Ottanta, i luoghi della movida versiliese, con qualche ‘puntata’ a Lucca per le cene in Pelleria. 58 anni, romano, tifoso della Lazio e laureato in giurisprudenza, Giobbi arriva a Lucca dopo poco più di due anni alla guida della questura di Benevento. Nella sua carriera vanta, tra gli altri incarichi, 25 anni di servizio al Servizio centrale operativo (Sco), dove ha partecipato alle indagini per alcuni dei delitti più efferati, come quelli di Yara Gambirasio e Meredith Kercher. Vicario a Bergamo durante il coronavirus, Giobbi si è occupato molto anche delle tematiche legate al mondo ultras.

“Conosco bene la Toscana. Ho trascorso gli anni della mia formazione in una provincia qui vicina, a sud, che qui non è facile da nominare – ha esordito sarcastico il nuovo questore, riferendosi alla atavica ‘diatriba’ tra Lucca e Pisa -. Questo territorio è bellissimo, ho frequentato molto la costa e anche la città da giovane, anche se i tempi sono cambiati e oggi non ho ancora avuto modo di ‘riesplorarla’ per approfondire dinamiche ed esigenze specifiche. In linea di massima però posso assicurare che le attività della questura saranno il più trasparenti possibili, specie nei rapporti con la stampa, e che si concentreranno in due ‘filoni distinti’: da una parte sul rendere più fruibili i servizi al cittadino, anche valutando un ‘accorpamento’ delle sedi, dall’altra sulla prevenzione dei reati con controlli su strada ma anche con incontri formativi nelle scuole. Da una prima presa di contatto con il territorio è emerso il problema delle aggressioni negli ospedali, che sicuramente approfondirò appena possibile incontrando l’ordine dei medici. Poi passeggerò molto da solo per la città, anche per indagare la questione movida (già al centro dell’operato di Giobbi a Benevento ndr) e andrò in giro tra Versilia e Garfagnana, considerata un po’ il ‘brutto anatroccolo’ perché priva di un commissariato di polizia, ma che rappresenta un luogo cardine per la nostra attività”.

Tra le carte che saranno sul tavolo del nuovo questore – oltre a quelle secretate delle indagini – anche quelle ‘ereditate’ dai suoi predecessori per un possibile cambio di sede della questura, “non troppo bella né pratica”, anche per Giobbi, che vorrebbe invece accentrare servizi e uffici in un’unica struttura.