Niente pullmino per mandare le figlie a scuola, monta la protesta dei genitori

La corsa da Montefegatesi a Fornoli non può essere assicurata: il mezzo si ferma a Scesta
“Sembra che abitare a Montefegatesi non dia il diritto di lavorare e crescere la propria famiglia allo stesso tempo, perché coloro che dovrebbero agevolarti, pensano solo ai loro interessi e ti voltano le spalle”.
A parlare è un cittadino nato, cresciuto e tuttora abitante di Montefegatesi, che insieme alla moglie, trasferitasi da Parigi nella frazione di Bagni di Lucca, ha scelto di non abbandonare il piccolo centro e crescere lì le sue due bambine.
“Mia moglie, ha deciso di lasciare Parigi la città dove abitava, dove aveva la famiglia e un lavoro sicuro (infermiera nell’esercito francese) per venire ad abitare a Montefegatesi dove c’ero solo io, niente famiglia niente lavoro con solo tanto coraggio. Piano piano dopo tanti lavori occasionali, ora ha il suo lavoro a tempo indeterminato di infermiera: ma ahimè con turni adatti a una giovane donna ma non a una mamma (con partenza anche alle 5, abitiamo quassù) stesso discorso per me: partenza alle 5,20”.
Un sacrificio, quello della coppia, fatto con la volontà di scommettere sulla vita nei piccoli centri, che tuttavia non ha incontrato il sostegno di “coloro che si riempiono la bocca in campagna elettorale dicendo ‘salvaguardiamo la montagna, facciamo rivivere i nostri monti'”, scrive il cittadino, affidando a Facebook la propria denuncia.
“Abbiamo necessità – spiega – di mandare le nostre figlie a Fornoli in una scuola a tempo pieno (purtroppo le nonne non sono sempre disponibili… una abita in Francia e l’altra lavora), e pensavamo (sbagliando) che dopo una nostra richiesta e dopo aver parlato più volte con l’amministrazione e avergli esposto il nostro problema potessimo avere il pulmino. Tenete conto che l’unica bambina che va alle elementari ora è già a Fornoli e mia figlia entrerà a settembre (sta già frequentando l’asilo lì), le altre due bimbe di Montefegatesi sono l’altra mia figlia e mia nipote. Beh, il pulmino non ci verrà dato, anzi ci verrà dato ma per la Scesta dove non c’è nessun bimbo di Montefegatesi segnato (l’autista farà tutti i giorni una passeggiata a Montefegatesi a respirare un po’ d’aria buona, perché ci ha detto il comune che tanto è pagato lo stesso)”.
“Perché Scesta? – prosegue il padre – Perché lì è stata fatta una mega scuola e adesso non ci sono i numeri per riempirla, una scuola dove non ci sarà il tempo pieno ma il modulo (ovviamente a noi non è stato chiesto se preferivano il tempo pieno, ma è stato chiesto solo ai genitori dei bambini frequentanti anche a quelli delle medie.. ma a chi doveva entrare no). Una scuola dove ci saranno delle pluriclassi… una scelta sbagliata da parte di coloro che dovrebbero aiutare i propri cittadini a rimanere in montagna e che ricadrà sui pochi giovani e i loro figli che ancora decidono di rimanere”.
“Abbiamo provato in tutti i modi, anche fornendo noi soluzioni alternative (abbiamo anche chiesto il cambio di destinazione della scuola su Fornoli), sono sei mesi che chiediamo confronti (nche questi non sono possibili; o incontriamo il sindaco o incontriamo gli assessori ma non ci è concesso di incontrarli insieme): bene, oggi ci dicono che non è possibile fare nulla, che il pulmino c’è ed è per Scesta”.
Così si legge nella comunicazione arrivata alla madre Letizia Rinaldi dall’ufficio cultura e pubblica istruzione del Comune di Montefegatesi: “Come già comunicato verbalmente, preso atto della risposta della Provincia di Lucca (…) di istituire corse aggiuntive, non possiamo accogliere la richiesta di instituire il collegamento Montefegatesi – Fornoli”.
“Grazie sindaco, grazie assessore alla montagna, grazie a tutti voi per il grosso aiuto che ci avete dato. Grazie per averci lasciati soli. Adesso dobbiamo solo scegliere chi deve lasciare il lavoro fra mia moglie ed io. Peccato che abbiamo appena comprato casa al paesello e ci servono due stipendi, peccato. Questa è la politica degli aiuti alle famiglie, degli aiuti alla montagna, del lavoro alle donne, degli aiuti alle persone con disabilità (come ben sapete ho un’invalidità del 67 per cento), questa è la politica dell’esatto contrario”.
“Un’amministrazione che non fa suoi i problemi dei suoi cittadini (questo è una scelta politica sia chiaro a tutti) è un’amministrazione che ha fallito e per quello che mi riguarda può anche dare le dimissioni. Peccato – conclude il cittadino – che questo sfogo non serva nulla, ma la mia rabbia è tanta, perché chi ci rimetterà saranno due bambine per le quali i genitori pensavano di aver fatto la scelta giusta di rimaner a vivere sui nostri monti”.