Scoppia la guerra di carte bollate in casa Fdi dopo un direttivo rovente. Giannoni accusa il sindaco Giannini in un esposto. Lui lo querela

24 giugno 2023 | 17:41
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Scoppia la guerra di carte bollate in casa Fdi dopo un direttivo rovente. Giannoni accusa il sindaco Giannini in un esposto. Lui lo querela

Il coordinatore provinciale deferisce il collega ai probiviri per aggressione. Ma il primo cittadino di Fabbriche di Vergemoli si difende: “Non ho usato violenza: gli ho dato tre pacche sulle spalle in segno di approvazione”

C’è un esposto, ancora pendente sul tavolo dei probiviri, che agita le acque in casa di Fratelli d’Italia e di cui ormai non si fa che parlare nei corridoi della politica lucchese, all’inizio di un’estate che si annuncia rovente anche sul fronte dei delicati equilibri interni al partito. La denuncia al collegio disciplinare è firmata dal coordinatore provinciale Riccardo Giannoni, che ha voluto così sottoporre all’attenzione dei vertici nazionali del partito di Giorgia Meloni un episodio che chiama in causa il sindaco di Fabbriche di Vergemoli ed esponente di spicco del partito provinciale, Michele Giannini.

Nell’atto che apre inevitabilmente questioni e interrogativi di natura principalmente politica, Giannoni punta il dito contro il primo cittadino del Comune più piccolo della Lucchesia. Nell’esposto, infatti, il coordinatore provinciale ha messo a conoscenza i probiviri di un fatto, dai contorni ancora da chiarire, che si sarebbe verificato nel corso di un acceso dibattito sul tesseramento nell’ambito di un direttivo provinciale tenutosi il 6 febbraio scorso, nella sala Suffredini a Castelnuovo di Garfagnana. Secondo la versione depositata dal coordinatore provinciale, Giannini lo avrebbe aggredito, strattonandolo e colpendolo al petto, procurandogli un dolore che lo avrebbe costretto poi a ricorrere alle cure mediche. Giannoni, recatosi la sera dopo al pronto soccorso per farsi visitare, ha riportato, da primo referto medico, una prognosi complessiva di 15 giorni. La mattina successiva, invece, il coordinatore provinciale si è sopposto a una visita ortopedica specialistica e il medico ha indicato infine in referto la prognosi di 5 giorni per un trauma alla spalla destra. Su quello stesso episodio, per il quale il coordinatore provinciale ha preferito non sporgere querela decidendo di farne comunque una relazione ai vertici del partito perché tutto venisse chiarito al suo interno, adesso stanno cercando di fare luce anche i carabinieri.

Gli accertamenti sono partiti perché il sindaco di Fabbriche di Vergemoli, contestando le accuse contenute nell’esposto, si è risolto, a inizio giugno, a presentare una querela per diffamazione nei confronti del coordinatore provinciale, sostenendo di non aver usato violenza nei confronti di Giannoni, di cui anzi, sostiene, avrebbe alla fine condiviso le posizioni nel corso di quella riunione in Garfagnana. La denuncia sporta ai carabinieri è anche il motivo che ha portato esponenti del partito a sfilare, nelle ultime settimane, nelle caserme della provincia, per essere ascoltati come persone informate dei fatti e ricostruire in questo modo come si sarebbero svolti i fatti durante il direttivo provinciale della discordia.

Nemmeno tanto sullo sfondo emerge il dato politico di uno scontro aperto, tutto interno al partito a Lucca e nella sua provincia. Non è, tuttavia, una novità che le posizioni politiche dei due protagonisti di questa vicenda, su cui si annuncia una battaglia di carte bollate ed in merito alla quale fare luce spetterà ai probiviri ed eventualmente agli inquirenti, si siano spesso trovate distanti. Talvolta si sono anzi rivelate discordi, espressione di due anime che convivono, non senza attriti, all’interno di Fratelli d’Italia in provincia di Lucca: quella – semplificando – rappresentata dal consigliere regionale Vittorio Fantozzi, alla cui linea si avvicina l’idea che del partito ha il coordinatore provinciale Riccardo Giannoni, e l’altra, incarnata tra gli altri dal sindaco Michele Giannini, che, dal canto suo, non ha mai nascosto le sue simpatie politiche e la sua vicinanza all’onorevole Riccardo Zucconi. La fase che attraversa globalmente il partito a livello locale è del resto delicata: all’orizzonte c’è infatti l’appuntamento con le urne per le prossime elezioni regionali e gli occhi sono tutti puntati a Firenze.

Invitato ad esprimersi sull’intera vicenda, il coordinatore provinciale Riccardo Giannoni ha preferito non commentare, limitandosi a sottolineare di non essere “abituato a parlare in esterno di questioni interne al partito”. Una posizione coerente, evidentemente, con la decisione assunta da parte sua di presentare un esposto al collegio dei probiviri di Fratelli d’Italia.

Dall’altro lato, chiamato in causa, parla invece il sindaco di Fabbriche di Vergemoli: “Non ho mai usato violenza nei confronti di nessuno, tanto meno del coordinatore provinciale, Riccardo Giannoni. Alla riunione del direttivo a Castelnuovo di Garfagnana, Giannoni ed io eravamo seduti a fianco allo stesso tavolo: quello che ho fatto è stato dare tre pacche sulle spalle al coordinatore provinciale, affermando in questo modo di sostenere la sua posizione, che poi ho anche approvato con il mio voto. Sono stupito e amareggiato per l’intera vicenda e la decisione di presentare querela è stata per me molto sofferta. Convinto di non aver fatto nulla di quello che mi si imputa, l’ho presentata soltanto con l’obiettivo di fare chiarezza. Ho scelto convintamente di essere in Fratelli d’Italia perché siamo il partito della legalità. Non avrei mai potuto fare qualcosa per danneggiare o fare violenza a qualcuno nel mio partito e desidero che sul mio operato non vi sia alcuna ombra”.

Per questo motivo, negli ultimi mesi, il sindaco Giannini si è recato a Roma per farsi ascoltare dal collegio disciplinare e dai vertici del partito, ai quali ha consegnato anche la testimonianza firmata di tre esponenti del partito presenti alla riunione del direttivo a conferma della sua versione dei fatti: “Ho appreso soltanto in seguito che era stato presentato un esposto contro di me e in cui mi si accusava di aver compiuto violenza, una vera e propria aggressione – racconta Giannini -: mi sono subito attivato per cercare di spiegare e comporre la situazione nel partito ma ciò non è stato purtroppo possibile”. Al momento, nel partito, si attende di conoscere il verdetto e se saranno o meno presi provvedimenti disciplinari.