Allarme radiologia: solo 7 medici su 19 per garantire turni di notte e reperibilità

I sindacati: “Attingere subito dalla graduatoria del concorso già fatto”
“Sette su diciannove: se fosse un voto sarebbe insufficiente. Ma stiamo parlando di un’altra emergenza in organico all’interno dell’Usl Toscana Nord Ovest e nel dettaglio stavolta si tratta dei medici radiologi di Lucca e della Valle del Serchio“. A spiegare meglio il significato di questi due numeri sono Cgil Fp, Cisl Fp e Uil Fpl: “È presto detto. Di fatto nella Rrdiologia di Lucca lavorano 19 medici radiologi, una figura essenziale per eseguire quelle prestazioni di cui c’è immediato bisogno, per evitare di allungare i tempi di attesa a dismisura. Ebbene, di questi 19 medici radiologi che sono in servizio soltanto 8 a fare il turno di notte e la reperibilità, anzi adesso sono soltanto 7 perché un collega è in malattia e dovrà mancare per diverso tempo. In pratica solo 7 su 19 oggi garantiscono notti e reperibilità, 30 notti per Lucca e 30 per la Garfagnana e 30 sono le reperibilità per Lucca, tutti gli altri erano già stati esentati da tempo per vari motivi. È evidente che un servizio non può reggersi su questi numeri”.
Numeri che impediscono una corretta turnazione del personale: c’è chi si ritrova costretto a fare notti e reperibilità consecutive perché di fatto nessuno può sostituirlo dato che non c’è. “Questi medici radiologi sono allo stremo per i turni e per i carichi di lavoro eccessivi – incalzano Cgil Fp, Cisl Fp e Uil Fpl – C’è bisogno di assunzioni perché si rischia davvero di non garantire un servizio per la radiologia, né a Lucca né in Valle del Serchio. I medici radiologi sono merce rara di cui c’è grande bisogno anche all’interno dei Pronto soccorso in tutta la Usl Toscana Nord Ovest: per questo la dirigenza sanitaria deve approfittare del concorso già fatto e della graduatoria in atto dove ci sono medici in attesa di chiamata. Non si può stare con le mani in mano – concludono – bisogna attingere ora dalla graduatoria o questi medici di sicuro troveranno altre soluzioni, in primis il privato, se ne andranno verso altre aziende sanitarie e rimarremo ancora nell’emergenza. È questa la sanità che vogliamo?”.