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Cronaca
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“No al taglio dei docenti e alle classi pollaio”, la scuola si ferma anche in provincia di Lucca

30 maggio 2022 | 12:23
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“No al taglio dei docenti e alle classi pollaio”, la scuola si ferma anche in provincia di Lucca

Alta adesione sul territorio per lo sciopero di oggi (30 maggio) indetto da tutte le sigle sindacali

“No al taglio dei docenti, no alle classi pollaio”. La scuola si ferma anche in provincia di Lucca.

Tanti gli istituti del territorio che questa mattina (30 maggio) hanno infatti aderito allo sciopero nazionale indetto da tutte le sigle sindacali: Flc Cgil, Cisl scuola, Uil Scuola, Snals Confsal e Gilda Unams per manifestare il loro dissenso nei confronti delle misure proposte dal decreto legge 36 che, tra le altre, prevedono l’istituzione di pluriclassi.

Docenti, alunni e personale Ata hanno quindi apposto striscioni fuori dai cancelli per esprimere le proprie preoccupazioni sulla scia di una didattica già duramente segnata da due anni di pandemia. Tra queste anche la Chelini, l’Ic di Torre del Lago, l’Ic Massarosa 1 e 2, l’Ic Lucca Centro e l’Isi Barga.

“I docenti della scuola Chelini che hanno aderito allo sciopero si sono trovati davanti alla scuola per esprimere il loro dissenso, la loro preoccupazione e indignazione nei confronti delle misure proposte dal decreto 36 che non ha previsto dibattito parlamentare e sindacale – spiegano dalla scuola Chelini -. Il riconoscimento del ruolo centrale della scuola e dei docenti nel periodo di emergenza sanitaria è stato completamente disatteso. Dal prossimo anno scolastico è infatti prevista una pesante riduzione dell’organico, si torna alle classi pollaio di 27/30 studenti, si prospettano umilianti ed episodici bonus premio per i docenti. Rifiutiamo il modello e le modalità di aggiornamento previste dal decreto perché non in linea con i bisogni reali di docenti e studenti. Rivendichiamo l’allineamento della professione docente agli standard europei in termini qualitativi e stipendiali. Il nostro è sempre più un tempo di crisi: economica, di prospettive, sociale, ambientale, sanitaria. L’unica possibilità per trovare soluzioni a problemi sempre più complessi è garantire una
scuola che sia sempre più ambiente sicuro, accogliente, inclusivo, di qualità, benessere e pace. E che torni ad essere la priorità di ogni azione di governo”.

“Stamattina dall’orario di apertura della scuola in circa 40 persone (tra docenti ed Ata), siamo stati in presidio davanti al nostro istituto di Torre del Lago, in occasione dello sciopero nazionale della scuola per spiegare le ragioni dello sciopero alle famiglie e ai media – spiega Guido Masotti, Rsu dell’istituto comprensivo di Torre del Lago -. Lo stesso hanno fatto altre scuole della provincia di Lucca organizzando presidi come il nostro oppure mettendo cartelli davanti alle proprie scuole; mentre in contemporanea si sta tenendo una manifestazione a Roma e in altre città italiane, per sostenere e rendere visibile la protesta di tutto il mondo della scuola. La partecipazione allo sciopero, almeno nelle scuole della nostra provincia pare molto alta, con tanti istituti (come il nostro) chiusi per la quasi totalità dei plessi, o con poche classi che sono entrate”.

Anche il corpo docente e Ata del comprensivo di Castelnuovo Garfagnana nella mattinata di oggi si è unito allo sciopero generale della scuola indetto da molti sindacati.  Le insegnanti hanno espresso compattamente la loro protesta su grandi cartelloni colorati poi esposti al di fuori degli edifici scolastici nei quali sono state scritte le molte ragioni del dissenso. “Oltre all’invasione di campo operata dal governo in tema di retribuzione e carriera – dicono dal comprensivo – si è posta l’attenzione sull’eccesso di burocrazia che grava sul lavoro dei docenti, sul taglio degli organici e conseguentemente sulla prospettiva di ritrovarsi a gestire classi numericamente insostenibili. In tali contesti infatti è difficile, se non impossibile, mirare ad un insegnamento di qualità che, come sappiamo, è imprescindibile in una società complessa come la nostra. Quali competenze significative si possono lasciare ai giovani se non possiamo lavorare al meglio garantendo la personalizzazione degli apprendimenti?”.
“I grandi sacrifici fatti dalla scuola nel periodo della pandemia – spiegano ancora dal comprensivbo – dovrebbero essere riconosciuti e premiati soprattutto con una rinnovata attenzione verso la figura docente e una sua più idonea selezione e stabilizzazione negli organici scolastici. Ricordiamo che l’istituto comprensivo di Castelnuovo si avvicina all’inizio del prossimo anno scolastico con la prospettiva di pesanti tagli di classi e risorse docenti e ciò desta la preoccupazione anche del mondo politico locale. Un territorio montano come il nostro, demograficamente fragile, ha già pagato – ricordano le insegnanti – la riduzione dei servizi primari e a maggior ragione allora non è più sostenibile continuare in questa direzione di continuo impoverimento dell’azione educante della scuola. Ne va di mezzo il futuro della Garfagnana”.