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Operaio cade dal ponteggio nel cantiere, condannata l’armatrice della nave

1 maggio 2022 | 10:41
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Operaio cade dal ponteggio nel cantiere, condannata l’armatrice della nave

Sentenze definitive sia in sede penale che civile per una donna della Valle del Serchio

Armatrice di una motonave, residente in Valle del Serchio, condannata definitivamente a 3 mesi di reclusione per aver violato le normative sulla sicurezza sul posto di lavoro: la donna è stata ritenuta responsabile del grave incidente avvenuto a un suo operaio. Il lavoratore è stato anche risarcito in sede civile a oltre 220milaeuro di danni. L’armatrice infatti è stata condannata in via definitiva sia in sede penale sia in sede civile.

La Cassazione nei giorni scorsi con la pubblicazione della sentenza ha chiuso definitivamente il lungo contenzioso. I fatti risalgono al 2013 quando l’operaio, all’interno del cantiere, stava effettuando dei lavori alla motonave, di proprietà dell’imputata, originaria della Mediavalle. L’uomo doveva occuparsi del lavaggio, della pittura e dell’eliminazione della ruggine sulla suddetta imbarcazione; le operazioni prevedevano l’accesso alla barca dove si trovavano gli effetti personali nonché le attrezzature necessarie per effettuare la manutenzione.

All’uopo era stata istallato un ponteggio posizionato all’interno del cantiere di lavoro in adiacenza alla motonave; verso le 13,30 del 30 settembre del 2013 scendeva dall’imbarcazione, da cui aveva recuperato alcuni attrezzi, utilizzando il ponteggio, scivolava cadendo da un’altezza di circa 4 metri sul piazzale sottostante, riportando gravi lesioni. Veniva sottoposto infatti a due interventi chirurgici, cure e terapie che riducevano la gravità degli esiti dell’infortunio.

L’armatrice era stata condannata nel 2018 dal tribunale di Lucca in sede penale a 3 mesi e 15 giorni di reclusione, e l’anno successivo anche dalla corte d’Appello di Firenze che le aveva ridotto la pena a 3 mesi, con la sospensione condizionale. Nel 2020 poi era arrivata la condanna anche in sede civile a risarcire il lavoratore e ora nei giorni scorsi la parola fine scritta dalla suprema corte di Cassazione. L’operaio secondo quanto ricostruito dai giudici, stava scendendo, per mezzo del ponteggio, dalla motonave ove si era recato per prendere una chiave che gli serviva per il lavoro di manutenzione, ma scivolava. Poiché in quel punto il ponteggio era privo della tavola fermapiede e di un corrente del parapetto, cadeva a terra procurandosi varie fratture. La nave si trovava nel cantiere per alcuni interventi di manutenzione che gli operai eseguivano da terra, ma essi salivano abitualmente a bordo, per prelevare gli attrezzi necessari per il lavoro e perché erano autorizzati ad utilizzare la motonave come loro dimora. Si legge nella sentenza degli ermellini: “Il giudice, quindi, riteneva che gli stessi marinai avevano rimosso della motonave quelle parti del ponteggio, per poter accedere più facilmente all’interno di questa, convergendo le prove verso tale ricostruzione del fatto, e riteneva perciò responsabile dell’infortunio l’armatrice, datore di lavoro dell’infortunato, per avere omesso di assicurarsi che il ponteggio venisse mantenuto in perfetta efficienza, pur essendo prevedibile che i propri dipendenti lo usassero in modo improprio o addirittura lo modificassero per ragioni di praticità. Ella avrebbe dovuto, quindi, accertarsi che il ponteggio fosse conforme a tutte le prescrizioni di sicurezza, che venisse mantenuto tale e che il proprio personale lo utilizzasse in modo corretto e non pericoloso”. La donna è stata condannata anche a 3mila euro in favore della cassa delle ammende per la dichiarazione di inammissibilità da parte dei giudici di Piazza Cavour.