La stagione dei virus è iniziata, il dottore Luigi Rossi spiega come difendersi
All’hub vaccinale di Campo di Marte intanto è possibile sottoporsi alla terza dose contro il covid 19. Le varianti, un segno di debolezza del virus
La stagione fredda è quella in cui circolano più virus, sia per lo stress a cui è sottoposto l’organismo delle persone per le condizioni climatiche più fredde, sia per le condizioni di vita che dall’esterno si spostano all’interno, negli ambienti chiusi favorendo la diffusione dei virus. Quest’anno la sanità si trova ad affrontare il problema del covid 19 non ancora debellato e quello dei virus influenzali, il picco di virulenza è atteso tra fine dicembre e inizio gennaio.
“In questo momento – spiega il dottor Luigi Rossi, direttore della Zona distretto e specialista in igiene e medicina della prevenzione – i virus che stanno circolando sono molti, i virus parainfluenzali, i virus influenzali, che arriveranno in modo massivo tra qualche settimana e il virus del covid 19. Fortunatamente abbiamo a disposizione i vaccini sia la dose buster o terza dose contro il covid 19 e il vaccino antinfluenzale che possono essere somministrate insieme”. Proprio in questo periodo la struttura vaccinale dell’hub vaccinale di Campo di Marte ha ripreso a lavorare a regime sostenuto per somministra la terza dose di vaccino anticovid.
Apparentemente in molti casi la Covid 19 e influenza potrebbero essere confusi per la sintomatologia, ovvero interessamento delle vie respiratorie febbre, raffreddore. A indirizzare una prima diagnosi verso una possibile infezione da covid 19 potrebbe essere la perdita del gusto e dell’olfatto, tipica di questa malattia. “In ogni caso per l’organismo sono infezioni impegnative. – spiega Rossi – Ovviamente da questo ragionamento delle sintomatologie iniziali, sono escluse le forme gravi di covid 19 che si presentano con tutta una serie di sintomi più forti a cominciare dalle difficoltà respiratorie”.
“Anche dopo aver fatto la terza dose – continua Rossi – di vaccino contro il covid19, è bene continuare a mantenere comportamenti coerenti e prevenire il contagio, come l’uso della mascherina, il distanziamento, lavarsi spesso le mani. Questi comportamenti restano come forme di prevenzione non solo per il covid 19, ma anche per l’influenza”.
E tutto questo, i vaccini, i comportamenti corretti nella prevenzione e una maggiore conoscenza del virus e anche dei farmaci che è possibile utilizzare in caso di contagio, dei risultati li sta dando, vista la frenata dei contagi rispetto a un anno fa e sopratutto la diminuzione delle forme gravi di covid 19.
Quella tra la ricerca e la sanità da una parte e il virus dall’altra, è una battaglia ancora aperta dove però la scienza sembra aver messo a segno buoni risultati come dimostra il fatto stesso che il virus sia andato incontro ad un adattamento all’ambiente ovvero abbia sviluppato le varianti del virus.
In qualche modo è un po’ come se attraverso i vaccini e i comportamenti tesi alla prevenzione si fosse messo in difficoltà il virus, che quindi sta cercando di adattarsi all’ambiente e continuare a sopravvivere, attraverso le varianti, delle piccole mutazioni del genoma del virus che gli permetto di specializzarsi nella sopravvivenza nelle nuove condizioni cui si viene a trovare. In sostanza il virus si comporta come tutti gli altri esseri viventi, cioè cerca di essere sempre più idoneo all’habitat in cui vive. “Le varianti che il covid ha sviluppato – come infatti spiega il dottor Alberto Tomasi, medico vaccinatore e specialista in igiene e medicina della prevenzione – sono una forma di adattamento all’ambiente da parte del virus che cerca di sopravvivere”.
“Dal prossimo anno poi – dicono due medici – probabilmente arriveranno anche dei vaccini contro il covid 19, che proprio come nel caso di quello antinfluenzale, cercano di tenere conto delle varianti aumentando il grado di immunità che si può far sviluppare all’organismo”.