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Trasferita per aver manifestato contro la Kme: lavoratrice perde la causa. Fiom: “Inaccettabile”

8 luglio 2021 | 13:30
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Trasferita per aver manifestato contro la Kme: lavoratrice perde la causa. Fiom: “Inaccettabile”

Lavorava allo stabilimento di Fornaci occupandosi di pulizie per conto della società cooperativa Fanin. Il Tribunale non le dà ragione

Trasferita in un altro luogo di lavoro per aver partecipato a una manifestazione pubblica contro la Kme: la Fiom Cgil di Lucca non ci sta. È quando fa sapere la segreteria dell’organizzazione sindacale a commento della sentenza del Tribunale di Lucca che non accoglie – perché “infondato” – il ricorso di una lavoratrice della società cooperativa Fanin di Fornaci di Barga.

“La lavoratrice, che svolgeva da più di 20 anni mansioni di pulizia, per conto della propria società, all’interno di Kme Italy di Fornaci, era stata trasferita in altra sede – spiega la Fiom – perché la stessa Kme l’aveva dichiarata persona non gradita“.

“Il Tribunale ha ritenuto, a nostro parere ingiustamente, che il trasferimento fosse legittimo – continua il sindacato – perché la Fanin non avrebbe potuto fare altrimenti visto che Kme aveva esercitato il proprio non gradimento previsto nel contratto di appalto del servizio, seppur in mancanza di forma scritta e senza le necessarie motivazioni”.

Va avanti la ricostruzione della Fiom: “Quello che emerge dalla sentenza è però chiaro e inaccettabile. La motivazione del non gradimento che ha portato al trasferimento della lavoratrice è stata la sua partecipazione ad una manifestazione di protesta, organizzata a Fornaci di Barga, contro il progetto di realizzazione del pirogassificatore. Viene quindi confermato ciò che sospettavamo e temevamo. Si tratta di un comportamento inaccettabile da parte di una società così importante come Kme, che mette in discussione, e di fatto nega, il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero che è previsto e garantito dall’articolo 21 della nostra Costituzione. Un atteggiamento che dovrebbe spaventare comunque la si pensi sui temi specifici”.

“La lavoratrice deciderà se ricorrere contro questa sentenza, che oltretutto la condanna a rimborsare alla Fanin oltre 7000 euro di spese legali. A questo proposito faremo appello ai lavoratori e ai delegati sindacali metalmeccanici della provincia – conclude il sindacato – affinché manifestino concretamente la propria solidarietà”.