Covid19, scuole chiuse nelle zone rosse o ad alto rischio: ecco il nuovo dpcm

La Regione e i Comuni potranno decidere se attivare la didattica a distanza se i contagi superano i 250 casi ogni 100mila abitanti
Scuole di ogni ordine e grado chiuse nelle zone rosse e in quelle ritenute ad alto rischio di contagio. E’ una delle principali novità contenute nel dpcm coronavirus che oggi firma il governo Draghi e che sarà in vigore dal 5 marzo al prossimo 6 aprile. Le nuove norme prevedono tra l’altro la facoltà, a livello locale, di adottare ordinanze (anche da parte dei sindaci) per valutare la necessità di chiudere gli istituti scolastici anche in zona gialla e arancione: la chiusura potrà scattare in presenza di 250 contagi ogni 100mila abitanti in 7 giorni. Anche il capitolo ristori nelle zone rosse sarà deciso con un conronto a livello locale, dando maggiore spazi di manovra alle amministrazioni locali. Dal governo arrivano, infatti, rassicurazioni anche sull’ampliamento dei ristori per aumentare i contributi per il congedo parentale.
Molte delle misure in vigore vengono confermate, a cominciare dal sistema dei colori delle Regioni in base al rischio di contagio. Per questo motivo, almeno fino al prossimo 6 aprile, è confermato anche il divieto di spostamento tra le regioni. Il governo sta lavorando con le Regioni ad un sistema che consenta di intervenire su base locale.
La novità maggiore, come si diceva, riguarda le scuole, dopo il parere del comitato tecnico scientifico. Per questo nelle zone rosse tutte le scuole di ogni ordine e grado saranno chiuse. Il criterio che fa scattare il provvedimento a livello locale è il limite dei 250 contagi ogni 100mila abitanti.
“Il principio guida – ha detto il ministro della salute Roberto Speranza – è quello della tutela della salute. Per far ripartire il paese è necessario vincere la battaglia sanitaria. Questo è vero in questo momento particolare in Italia, in cui la curva dei contagi è in risalita e in cui si stanno fronteggiando la variante inglese ma anche quella brasiliana e africana”. Poi l’appello alle istituzioni locali: “Serve il contributo di tutti i cittadini: il comportamento delle persone è davvero essenziale”.
I cambi di colore delle Regioni, d’ora in poi, entreranno in vigore il lunedì e non la domenica.
Dal 27 marzo, inoltre, saranno riaperti i musei e i cinema, anche nel fine settimana, ma soltanto in zona gialla e, nel primo caso, su prenotazione e a numero limitato, per consentire il rispetto del distanziamento. Non saranno possibili le visite ai parenti, come invece prevedeva il decreto precedente. Resta, come già annunciato, il coprifuoco dalle 22 alle 5. Si potranno raggiungere le seconde case ma solo se queste si trovano in zona gialla.
Il decreto nel dettaglio
A riflettere sulle novità è il presidente della Provincia, Luca Menesini: “Sta nelle competenze delle Regioni chiuderle anche in zona gialla o arancione, se il tasso di positivi supera i 250 casi ogni 100.000 abitanti. Questa decisione è stata presa dal Governo in base ai dati forniti dal Comitato tecnico scientifico, preoccupato per il diffondersi delle varianti soprattutto fra i più giovani. In base ai dati dell’Agenzia Regionale di sanità della Toscana vi posso dire che Capannori oggi ha un tasso di positivi negli ultimi 7 giorni di 171; la Piana di Lucca ha oggi un tasso di positivi negli ultimi 7 giorni di 210; l’intera provincia di Lucca ha oggi un tasso di positivi negli ultimi 7 giorni di 217. Ovviamente è una fotografia ad oggi che può cambiare e anche velocemente, visto che il tasso andrà ricalcolato all’entrata in vigore del provvedimento in base ai nuovi numeri giornalieri. Cosa dobbiamo fare noi? Quello che stiamo facendo, ovvero tenere basso il numero dei contagi. Dobbiamo spezzare la diffusione del Covid e far scendere la curva”.
“Sulla scuola, è evidente – prosegue Menesini – stiamo facendo un enorme passo indietro rispetto alla strada che avevamo intrapreso prima. Chiudere le scuole toglie molto in termini di apprendimento e di crescita ai nostri figli, perché a scuola non si imparano solo le nozioni. Inoltre mettiamo tanti genitori in difficoltà, sotto diversi punti di vista. È urgente che assieme al Dpcm siano varate misure di aiuto ai genitori che, di nuovo, si troveranno a casa con i figli. Ci vuole che il Governo dia ristori alle attività e aiuti alle famiglie urgentemente”.