Posti letto Covid all’ospedale di Barga, i dubbi del sindacato Cisl

Fp Cisl e Cisl Medici: “Troppi i rischi ai quali saranno esposti i cittadini, la Asl ed i professionisti”
I rappresentanti di Cisl Fp e Cisl medici dell’ambito di Lucca intervengono sull’attivazione dei 20 posti letto di cure intermedie all’ospedale San Francesco di Barga.
Massimo Petrucci, Maria Grazia Simoni e Luciano Cotrozzi di Cisl Toscana Nord, intervengono sull’ipotesi che il reparto di riabilitazione di Barga, ubicato nella palazzina D al terzo piano dell’ospedale, dal giorno 24 novembre, faccia posto ai pazienti Covid, con 10 posti letto dedicati alle cure intermedie e dieci posti letto di degenza Covid non intensiva.
“Si apprende – proseguono i sindacalisti Cisl Toscana Nord – che la riabilitazione rimarrà in funzione riorganizzata nell’area No Covid della medicina dell’ospedale San Francesco, suddivisa in due aree con dieci posti letto per la riabilitazione e trenta posti letto di area medica. Vogliamo far riflettere non solo l’azienda ma anche gli organi politici locali e regionali interessati, sui rischi ai quali saranno esposti i cittadini, la Asl ed i professionisti adibiti ad operare nella struttura cure intermedie di nuova istituzione, qualora sia confermato il modello assistenziale che è stato presentato agli operatori coinvolti, dai dirigenti competenti”.
La Cisl è molto preoccupata per le intenzioni dell’azienda che pare voglia adibire i medici fisiatri della riabilitazione, all’assistenza dei pazienti Covid delle cure intermedie di nuova istituzione al fine di garantire la continuità assistenziale ed anche la gestione dell’emergenza-urgenza. La Cisl ritiene la scelta “illegittima e raccomanda di non procedere con scelte azzardate che espongono ad inutili rischi sia l’azienda che i professionisti interessati ed invita ad una maggiore riflessione sulla scelta del modello assistenziale da attuare, ponendo massima attenzione anche al delicato ed attuale tema del rischio clinico. La Cisl nel comune interesse volto alla tutela di cittadini, professionisti e Asl, evidenzia la disposizione contenuta nella legge Gelli (24/2017) la quale, sul solco tracciato dalla giurisprudenza di legittimità, sottolinea lo strettissimo legame tra l’elemento soggettivo dell’illecito e l’osservanza/inosservanza delle linee guida e buone pratiche mediche”.
Cisl Toscana Nord invita infine “gli amministratori interessati – conclude la nota – a porre massima attenzione sul fatto che la legge ha riconosciuto uno stretto legame tra la responsabilità e la diligenza che è possibile pretendere dal medico, (tenuto a conoscere linee guida e/o le buone pratiche mediche della disciplina di appartenenza e certamente non quelle di qualsiasi specialità), principio che sarebbe stravolto qualora si potesse estendere all’infinito il suo obbligo di garanzia verso il paziente attraverso l’imposizione di attività che non rientrino nella propria area di intervento”.