Tentano di truffare anziani con la scusa del falso incidente: arrestati dai carabinieri

Due donne si sono insospettite e hanno chiamato il 112: i militari erano presenti all’appuntamento per la consegna del denaro e sono intervenuti
“Suo figlio è rimasto coinvolto in un grave incidente stradale che ha provocato gravi lesioni ad altre persone. È necessaria una cauzione da 6mila300 euro per evitare il suo arresto”. Con queste parole, fingendosi falsi avvocati e carabinieri, cercavano di truffare i cittadini nel territorio della Garfagnana. Di mira prendevano gli anziani, persone sole e fragili che, mandate un po’ nel pallone, cadevano nel tranello pensando solamente al bene del proprio caro.
Dopo le truffe riscontrate a Castelnuovo, Gallicano e Coreglia, i carabinieri sono arrivati a due arresti. L’intervento dei militari del Norm di Castelnuovo e della stazione di Bagni di Lucca, infatti, hanno portato all’arresto in flagrante per truffa aggravata e continuata per il 36enne R.L e il 34enne M.M., entrambi di origine napoletana.
La ricostruzione dei fatti
La truffa è quella già nota della telefonata a casa dell’anziano da parte di un sedicente avvocato che chiede una somma di denaro per aiutare familiari coinvolti in sinistri stradali. Una truffa che in passato non ha attecchito nel territorio della Valle del Serchio, ma negli ultimi giorni si sono verificati molti episodi con lo stesso modus operandi. Dopo i primi tentativi andati a vuoto – con le chiamate a un povero anziano sordo, uno che non aveva figli e un altro che non si è fatto sorprendere – alle 11,45 dello scorso giovedì (27 febbraio) la telefonata è arrivata ad una 86enne di Fornoli, nel Comune di Bagni di Lucca. Per un presunto sinistro causato dal figlio una donna, che si presenta come avvocato, chiede la somma di 6300 euro in contanti come cauzione per evitare l’arresto e afferma che i carabinieri di Bagni di Lucca erano presenti alla conversazione telefonica in atto.
L’anziana si è però insospettiva e ha avvisato la vicina di casa che ha a sua volta chiamato i carabinieri del 112. Nel frattempo identica chiamata arrivava da una settantenne di Borgo a Mozzano che, in aggiunta, affermava di aver parlato con un uomo qualificatosi come maresciallo dei carabinieri e di avere anche un appuntamento in piazza a Corsagna per la consegna del denaro o dei gioielli necessari a pagare il danno.
I militari si sono così subito recati a Corsagna: mentre prendevano contatti con la signora anziana, hanno notato l’avvicinamento di un individuo con un atteggiamento guardingo a dir poco sospetto, che si è accorto della trappola dandosi alla fuga. Il malfattore è scappato in direzione del parcheggio dove aveva lasciato il suo complice a bordo di una macchina noleggiata, una Mini Cooper di colore scuro. La fuga, però, non è riuscita: il malfattore è stato bloccato da un altro carabiniere in borghese presente sul posto. Di seguito, con il concorso di una pattuglia della stazione di Bagni di Lucca, è stato bloccato anche il complice in auto. Entrambi sono stati fermati e arrestati in flagranza.
Nell’operazione sono stati sequestrati 4 cellulari, la somma di 400 euro e la Mini Cooper noleggiata e utilizzata per gli spostamenti. Ieri (28 febbraio) la direttissima con la convalida dell’arresto e l’obbligo di dimora nel Comune di Napoli con termini a difesa per l’udienza del prossimo 10 aprile. Le indagini chiariranno anche se gli episodi in Valle del Serchio sono collegabili alla stessa banda.
Il modus operandi
La banda è composta da almeno tre persone: un telefonista che si finge avvocato o un membro delle forze dell’ordine, e gli altri che intervengono sul campo per ritirare la cifra pattuita per la cauzione. Non è ancora chiaro il modo in cui vengono individuati gli anziani: forse vengono seguiti durante le giornate di mercato, con i vicini di casa che, in buona fede, danno informazioni utili alla banda. O, magari, semplicemente provando vari numeri fissi dall’elenco telefonico. Una volta individuata la vittima, la banda entra in azione fin dalle 7 del mattino: un falso avvocato chiama al telefono fisso il povero anziano, chiedendo oltre 6mila euro per la cauzione di un loro caro. La banda non si fa scoraggiare davanti ad un no: qualora la cifra richiesta non sia nelle tasche dell’anziano, viene richiesta una somma più bassa o dell’oro. Agli anziani, preoccupati, viene detto di non poter parlare con il proprio caro perché si trova in stato di fermo.
Per convincere le vittime più dubbiose, viene passato al telefono un altro complice che si finge maresciallo dei carabinieri. Per chi ancora non ci crede, la banda chiede di chiamare il 112. Qui entra in scena un altro trucchetto: il malfattore non butta giù la chiamata e la povera anziana, che credeva di contattare il 112, in realtà resta in linea con le stesse persone.
Rassicurati dalle parole del finto carabiniere, i malfattori pattuiscono con gli anziani la cifra da erogare per la cauzione. Fissato anche l’appuntamento, la banda si sposta con due persone sul posto a ritirare il denaro con un auto noleggiata, in modo da non creare sospetto.
Il messaggio dei carabinieri
Con l’arresto dei due membri della banda, i carabinieri di Castelnuovo hanno lanciato un segnale forte contro la nascita di questo brutto fenomeno nel territorio della Valle del Serchio.
Il messaggio adesso è verso i cittadini: c’è bisogno della collaborazione di tutti per aiutare le persone più deboli, gli anziani. Non bisogna credere a queste chiamate, in Italia non esiste la cauzione. Diffidare dalle chiamate e farsi aiutare dai vicini e parenti. Per ogni dubbio contattare il 112, magari con il cellulare.