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L’archivio Rigali ha donato l’intero corpus fotografico alla Fondazione Ricci di Barga

24 aprile 2025 | 18:59
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L’archivio Rigali ha donato l’intero corpus fotografico alla Fondazione Ricci di Barga

La presidente spiega: “L’obiettivo finale è non solo preservare, ma anche diffondere la conoscenza di questo tesoro fotografico”

È stato donato alla Fondazione Ricci di Barga l’intero corpus fotografico dell’archivio Rigali. In vista della riapertura della mostra storico-fotografica L’Arte della luce. Storia della fotografia a Barga: viaggio nell’Archivio Pietro Rigali dal 10 maggio al 29 giugno, gli eredi Rigali hanno deciso di donare alla Fondazione stampe, documenti e le preziosissime lastre fotografiche del periodo a cavallo tra Ottocento e Novecento dei fotografi precedenti all’attività di Pietro Rigali.

Gli orari della mostra sono il martedì dalle 10 alle 13, sabato e domenica dalle 11 alle 13 e dalle 17 alle 19. L’ingresso è libero.

Archivio Rigali

“Dopo il successo delle esposizioni e dell’impegno profuso nella valorizzazione dell’archivio, gli eredi di Pietro Rigali hanno generosamente deciso di affidare alla Fondazione i materiali – racconta Cristiana Ricci, presidente della Fondazione -. Di particolare interesse storico e culturale è anche un consistente nucleo di lastre in vetro risalenti all’Ottocento, provenienti da studi fotografici precedenti all’attività dello studio fotografico Rigali. Sebbene non sia ancora stato possibile identificarne con certezza l’autore o la provenienza esatta, queste lastre costituiscono una testimonianza significativa della fotografia di ritratto dell’epoca”.

“Conservate ancora oggi nelle loro scatole originali – approfondisce Ricci – queste immagini ritraggono prevalentemente soggetti umani: si tratta perlopiù di ritratti singoli, ma non mancano fotografie di gruppi familiari. Le modalità di posa, l’abbigliamento, gli sfondi e gli accessori impiegati offrono un’interessante finestra sulla società e sulla cultura visiva dell’Ottocento. Tuttavia, la fragilità intrinseca del supporto in vetro, unita alle condizioni non sempre ottimali di conservazione, rende urgente un intervento sistematico di tutela. È quindi fondamentale intraprendere un’attenta opera di conservazione preventiva e di catalogazione analitica di questo materiale, che permetta non solo di preservarne l’integrità fisica, ma anche di valorizzare pienamente il contenuto storico e artistico che esso racchiude”.

“La digitalizzazione rappresenta uno strumento imprescindibile in questa prospettiva, consentendo al contempo una maggiore accessibilità per studiosi e pubblico e una riduzione della necessità di manipolare direttamente gli originali. L’obiettivo finale è non solo preservare, ma anche diffondere la conoscenza di questo tesoro fotografico, rendendolo accessibile a studiosi, ricercatori e alla comunità intera. Proprio come desiderava la famiglia Rigali – conclude la presidente -, l’archivio continuerà a raccontare la storia di Barga e dei suoi abitanti, custodendo la memoria collettiva per le generazioni future”.

La mostra è organizzata dalla Fondazione Ricci di Barga insieme all’Istituto Storico Lucchese sezione di Barga con la collaborazione degli eredi del fotografo Pietro Rigali, con il patrocinio del Comune di Barga e con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca.

Le curatrici della mostra Sara Moscardini, direttrice dell’Istituto storico lucchese sezione di Barga e Caterina Salvi, fotografa e graphic designer, hanno selezionato oltre 400 fotografie originali e inedite delle oltre 40mila presenti nell’archivio Rigali.

Il materiale fotografico è stato riunito a soggetto identificando diverse sezioni che riguardano Barga e il suo territorio: Pietro Rigali, la vita, l’amore con la moglie Gina Biagiotti, la passione per la montagna, il mestiere di fotografo e il suo archivio; Storia della fotografia a Barga; Barga: panorami e foto d’epoca, con un particolare focus sui restauri del Duomo (1927-1939) e sul passaggio del fronte durante la Seconda guerra mondiale (1944-45); Vita sociale a Barga: le manifestazioni civili e religiose; Ritratti e momenti di vita privata. Oltre alle foto originali saranno esposte l’apparecchiatura appartenuta a Pietro Rigali e oggetti di epoca precedente: lastre fotografiche, pellicole, macchine, attrezzatura per lo sviluppo delle foto eccetera.

Chi era Pietro Rigali?

Nacque a Barga il 26 dicembre 1906. Ancora ragazzo restò orfano del padre, morto in un incidente sul lavoro; nel 1920 per mantenere sé e la madre Marietta iniziò a lavorare come apprendista nello studio fotografico di Pietro Iacopetti, nelle soffitte di Palazzo Giannetti. Nel 1930 circa Iacopetti si spostò, aprendo in via di Borgo uno studio-negozio che alcuni anni dopo lasciò in eredità all’allievo, ormai esperto fotografo.

Dopo il secondo conflitto mondiale Rigali sposò Gina Biagiotti. Oltre che per la dedizione al proprio mestiere, Rigali si distinse come organizzatore ed animatore di gite turistiche, sportivo e appassionato escursionista, tanto che fu tra i promotori della nascita della sottosezione Valdiserchio del Cai, di cui divenne poi presidente. Nel 1986, a causa dell’età avanzata, fu costretto a chiudere l’attività; morì il 9 aprile 1992.

Archivio Rigali