Mozione sulle foibe a Borgo, l’Anpi: “Basta distorcere la storia per usi politici”

La risposta alla richiesta del gruppo di opposizione è stata letta in consiglio comunale

Nel consiglio comunale di ieri (3 febbraio), terminati i punti all’ordine del giorno, nelle comunicazioni del sindaco e consiglieri, il consigliere Armando Fancelli ha letto un comunicato a nome proprio e della sezione Anpi Val di Serchio Garfagnana “Leo e Marino Lucchesi”; ciò in risposta alla mozione precedentemente presentata dal gruppo di minoranza Orgoglio Comune, che chiedeva l’intitolazione di una via, di una piazza o di un monumento alla memoria delle migliaia di Italiani vittime delle foibe e dell’esodo Giuliano-Dalmata. Non è scaturito successivamente nessun dibattito, per l’assenza al consiglio comunale del gruppo di minoranza.

Questo il testo del comunicato Anpi: “Ricordiamo e senza alcuna reticenza l’orrore delle foibe e le sue vittime e, assieme, il dramma dell’esodo di tanti italiani. Guardiamo con compassione e rispetto a tutti gli innocenti colpiti da questa immane tragedia. Ma perdura, con uno sciatto uso politico, l’assordante silenzio verso la più complessa vicenda del confine orientale. Stigmatizziamo il silenzio verso l’aggressione dell’Italia fascista nei confronti della Jugoslavia (parte della Slovenia, della Croazia, compresa la Dalmazia, e della Bosnia ed il Montenegro), di cui quest’anno ricorre l’81esimo anniversario, gli innumerevoli, efferati massacri che ne seguirono, le impunite responsabilità dei criminali di guerra italiani. Stigmatizziamo il silenzio verso le violenze, gli incendi e gli omicidi del ‘fascismo di confine’ in Venezia Giulia dal 1920 in poi, che colpì le minoranze slovene e croate e gli oppositori politici italiani. Stigmatizziamo il silenzio verso la risiera di San Sabba, campo di sterminio dove furono assassinati dall’inizio del 1944 migliaia di ebrei, partigiani, detenuti politici ed ostaggi. Stigmatizziamo il silenzio verso i crimini nella Zona d’operazioni del litorale adriatico, che comprendeva l’attuale Friuli-Venezia Giulia e la Zona d’operazioni delle Prealpi, cioè l’attuale Trentino Alto Adige, occupati dai nazisti all’indomani dell’8 settembre, con la piena collaborazione dei fascisti italiani, complici o responsabili – a cominciare dalla X Mas – di innumerevoli delitti”.

“A 18 anni dall’approvazione della legge prevale una memoria vera e drammatica, ma che è parte di una memoria molto più grande, volutamente e colpevolmente rimossa – continua l”Anpi -. Così operando si sollecita soltanto un nuovo nazionalismo che ci riporta al 900 e non sanerà mai le ferite del passato. E’ necessario aprire una pagina nuova che, senza nulla togliere alla gravità degli eventi delle foibe e dell’esodo, restituisca nella sua interezza il dramma delle terre di confine e del più ampio territorio slavo, comprese le incancellabili e criminali responsabilità del fascismo. Occorre infine restituire alla ricerca storica la sua funzione oggi indebitamente occupata dalla politica che, in questa misura, distorce la verità storica e la presenta a vantaggio di questa o quella parte“.

“Stigmatizziamo infine, anche per le ragioni sopra esposte, che il voler creare una sorta di paragone tra i monumenti già presenti, che ricordano fatti e situazioni che hanno drammaticamente segnato il nostro territorio ed una richiesta di altri che non hanno queste caratteristiche, non siano che la strumentale volontà di piegare, limitare, distorcere la storia solo per usi politici”.

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